by Sergio Segio | 12 Gennaio 2012 18:30
Una ragazza dileggiata dai compagni che la insultavano perché “puzzava” si è cosparsa di profumo ed è stata arrestata con l’accusa di reato penale minore. Dovrà presentarsi in tribunale, come centinaia di studenti in Texas, per cattiva condotta, turpiloquio, disordini sullo scuolabus o risse in cortile. L’aumento della criminalità minorile ha intensificato le misure di sorveglianza e repressione dei giovani studenti statunitensi, e se negli anni Novanta la tolleranza zero era applicata quasi esclusivamente ai minori spacciatori, oggi non rispettare le regole e la legge può portare a multe, affidamento ai servizi sociali e persino carcere. Due anni fa, in Texas, gli agenti di polizia hanno contestato 300mila reati minori a bambini dai sei anni in su. Nello Stato americano sin dall’età di 10 anni si è perseguibili penalmente: nel 2011 si è deciso di non incriminare i ragazzini fino agli 11 anni per il cattivo comportamento in classe, ma è stata respinta la richiesta di abolire la legge sulla prevenzione e la repressione della violenza minorile. In molti Stati americani i minorenni rispondono della maggior parte dei crimini come gli adulti, e può capitare che un tredicenne possa ricevere l’ergastolo per omicidio esattamente come un adulto.
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