TECNOLOGIE TUTTO FUMO & PROFUMO
Prendiamo i due strumenti didattici alla moda che si aggirano oggi nella maggioranza delle scuole italiane: la lavagna interattiva multimediale (lim) e il tablet. Il primo è un apparecchio del tipo dell’iPad. La lim è una lavagna sulla quale si scrive con una penna speciale o col dito; e quel che si scrive si può salvare, modificare, spedire. Qualcuno ha stabilito che sono il futuro della scuola: i due gadget sono indispensabili.
Tutto Fumo&Profumo negli occhi e nel naso dei docenti. Perché i ragazzi che a scuola usano il computer sono solo il 4%. Il nuovo ministro sostiene che sono strumenti necessari per rendere la scuola italiana più «moderna e visionaria». Visionaria? In che senso, scusi? Non lo è già abbastanza? Dunque, i tagli continuano – 40.000 docenti in meno, se si cacceranno dalla scuola i ragazzi un anno prima rispetto a oggi, per adeguarsi non alle cose migliori, ma alle peggiori che ci propina l’Europa – ma punta sulla diffusione di lavagna interattiva e tablet. Nessuno dice a quanto ammonta l’entità dell’investimento necessario per realizzare il proposito del ministro. E se è effettivamente una priorità rispettio ai tanti problemi della scuola italiana, partendo per esempio dall’edilizia scolastica. Nessuno ricorda che più di un analista, all’estero, dubita della reale utilità di queste risorse nella scuola. Non si tratta di essere contro la modernità dell’educazione, ma contro le mode del momento. Specie quelle che, in campo educativo, finiscono per essere utilizzate come strumenti per tagliare il personale in carne e ossa, il docente, da millenni fulcro della formazione. E in Italia le mode arrivano sempre in ritardo. Compresa quello dei test e della famosa e fumosa misurazione pseudo-oggettiva alla base delle prove dell’Invalsi. Ben venga la cultura digitale, ma nella consapevolezza che nessun computer può essere sostitutivo di un docente. E invece i docenti sono oggi sempre meno mentre la qualità effettiva della scuola, chiacchiere a parte, è data soprattutto dal rapporto tra il numero dei docenti e degli studenti. I docenti sono più dei Carabinieri? Fortunatamente. È così in ogni luogo del mondo. Se fosse altrimenti saremmo in uno stato di polizia.
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