by Editore | 19 Gennaio 2012 17:49
È stato presentato il tablet solare che sarà in vendita a meno di 100 euro e che dovrebbe arrivare nei paesi in via di sviluppo, pvs,. Si chiamerà XO-3 ed è stato pensato per l’utilizzo in ambienti non particolarmente accoglienti per igadget hi-tech, dotato di imbottitura e alimentato a energia solare – o in alternativa caricato con manovella. Lo schermo può essere standard o un LCD sviluppato da Pixel Qi per favorire la leggibilità alla luce del Sole.
La novità rappresentata dai tablet è la possibilità di essere visti dall’utente come un sostituito al libro, si tratta infatti di un’evocazione del cartaceo che permette grande mobilità è da la sensazione di “avere in mano” quel che si legge e non crea qual senso si alienazione tipica dei personal computer. Inoltre la possibilità di toccare einteragire direttamente con lo schermo rende più facile e veloce l’avvicinamento allo strumento. Inoltre il tablet può essere contenitore di infinite pubblicazioni che non potrebbero raggiungere le scuole del sud del mondo in formato cartaceo.
Gianluca Iazzolino blogger[1] di Vps ed esperto in ICT, ha dei dubbi sul futuro di questo strumento nei pvs: “Non vorrei che questo tablet fosse il nuovo gadget elettronico, che viene spedito nei pvs, senza che sia stato richiesto. La tecnologia dovrebbe essere creata per rispondere a delle necessità e non per crearne di nuove. Siamo sicuri che i tablet saranno utili, per esempio, in Africa?”. Per le multinazionali occidentali la produzione di nuovi apparati tecnologici è una costante come lo è la visione del Sud del mondo come un mercato da conquistare. “Nella creazione di questi modelli di sviluppo –continua Iazzolino- giocano un ruolo importante le ong. Queste sono sempre più attente alle innovazioni tecnologiche poiché sono proprio le imprese high-tech, coloro che hanno la possibilità economica per finanziare progetti di cooperazione. Negli anni passati le linee di finanziamento dei grandi donatori si basavano su parole chiave come empowerment e democrazia, ora si parla sempre più di connettività e nuove tecnologie”.
L’introduzione di strumenti tecnologici di nuova generazione ha, a più riprese, le abitudini delle popolazioni dei pvs, come nel caso del cellulare: “Il mobile banking –racconta Iazzolino- ne è un esempio lampante. Si accreditano dei soldi a una persona che può riscuoterli, presso una delle numerose agenzie per il trasferimento fondi, attraverso un codice che viene inviato con un sms. Molte ong hanno iniziato a ricevere richieste dai loro operatori locali per essere pagati in questo modo. La tecnologia crea così un indotto, i vari negozi per il trasferimento fondi, e potenzia le capacità di oggetti già presenti sul territorio, fidelizzando allo stesso tempo l’utenza”.
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