Stangata sugli immigrati il permesso di soggiorno costa fino a 200 euro in più
Dal 2012 chi chiederà il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno dovrà infatti versare una tassa che va dagli 80 ai 200 euro. Soldi che vanno ad aggiungersi a quanto gli stranieri residenti in Italia già versano per i costi amministrativi della pratica. Il nuovo balzello non è un “regalo” del governo Monti, ma è frutto di un provvedimento del governo Berlusconi pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 31 dicembre scorso e ha già provocato la protesta delle associazioni di migranti, contrari alla tassa «ingiusta e incomprensibile».
Il «regalo» del 2012 è infatti un lascito che porta la firma di due ex ministri: Giulio Tremonti e Roberto Maroni. L’importo di quello che si chiama «contributo per il rilascio e rinnovo del permesso di soggiorno» varia in base alla durata del permesso: 80 euro se è compresa tra tre mesi e un anno, 100 euro se è superiore a un anno e inferiore o pari a due anni, 200 euro per i «soggiornanti di lungo periodo», la cosiddetta «carta di soggiorno». L’esborso si aggiunge al contributo di 27,50 euro per il rilascio del permesso di soggiorno elettronico, oltre ai costi del servizio postale. La nuova tassa non riguarda i permessi dei minori, gli stranieri che entrano in Italia per sottoporsi a cure mediche e i loro accompagnatori, così come chi chiede un permesso per asilo, protezione sussidiaria o motivi umanitari.
A saltare agli occhi è un aspetto del nuovo balzello: in tal modo i lavoratori stranieri contribuiranno alle espulsioni dei loro connazionali irregolari. La metà degli introiti che se ne ricaveranno servirà infatti a finanziare il «Fondo rimpatri», quello dal quale lo Stato attinge per rimandare in patria i migranti che arrivano in modo irregolare. L’altra metà sarà gestita dal Viminale per spese di ordine pubblico e sicurezza e per finanziare gli sportelli unici e l’integrazione.
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