Stangata sugli immigrati
ROMA – La Lega non è più al governo ma i suoi provvedimenti continuano ad accanirsi contro gli immigrati. Entrerà in vigore alla fine del mese, infatti, la tassa che ogni straniero dovrà pagare per ottenere il permesso di soggiorno. Si tratta di una vera a propria stangata, compresa tra gli 80 e i 200 euro a seconda del tipo di permesso che viene richiesto. Soldi che andranno ad aggiungersi ai circa 70 euro fissi pagati già oggi da ogni immigrato. E a peggiorare ulteriormente le cose entro marzo entrerà in vigore anche il permesso di soggiorno a punti, un’altra delle misure prese dall’allora ministero degli Interni Roberto Maroni e che prevede la punizione attraverso la sottrazione di punti degli immigrati che commettono irregolarità . «E’ la tassa sulla povertà », spiega l’avvocato Marco Paggi dell’Asgi, l’associazione studi giuridici sull’immigrazione, per il quale il nuovo balzello avrà effetti pesantissimi sulla vita degli extracomunitari. Duro anche il commento di Filippo Miraglia, responsabile immigrazione dell’Arci: «Lo Stato si ricorda degli stranieri solo quando c’è da fargli pagare le tasse o da espellerli – ha detto ieri Miraglia – , e si dimentica di quando è necessario intervenire per combattere discriminazione o promuovere percorsi di integrazione».
La tassa per il permesso di soggiorno è relativamente nuova. L’idea, infatti, venne inserita dalla Lega con emendamento nel pacchetto sicurezza del 2009, ma è rimasta inapplicata fino al 6 ottobre scorso, quando un decreto congiunto Tremonti-Maroni l’ha resa di fatto operativa a partire dal prossimo 30 gennaio (dopo che è stata pubblicata sull’ultima Gazzetta ufficiale del 2011). Per gli immigrati si tratta di una vera stangata visto che in futuro dovranno pagare 80 euro per un permesso di soggiorno compreso tra i tre mesi e un anno, 100 euro i permessi validi fino a 2 anni e 200 euro per il rilascio del permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo, la cosiddetta carta di soggiorno. Il nuovo balzello va ad aggiungersi ai 27,50 euro del permesso di soggiorno in formato elettronico e ai 30 euro del «servizio di accettazione delle istanze sottoposte al bollo. Sono esenti dal pagamento i minori di 14 anni, i richiedono il permesso per asilo, protezione sussidiaria o per motivi umanitari, quelli che chiedono la conversione o l’aggiornamento del permesso di soggiorno in corso di validità e chi entra nel territorio italiano per curarsi (con i relativi accompagnatori).
I soldi incamerati dallo Stato serviranno al 50% per finanziare i rimpatri e per il restante 50% al ministero degli Interni per le spese di «ordine pubblico e sicurezza» legate all’immigrazione, per gli sportelli unici e per «l’attuazione dell’Accordo di integrazione previsto dal testo unico sull’immigrazione del ’98».
La nuova tassa venne criticata aspramente dalla Cei già tre anni fa, quando venne inserita nel pacchetto sicurezza. Un balzello «inaccettabile», dissero allora i vescovi italiani. In effetti la misura rischia di peggiorare ulteriormente la vita degli extracomunitari, specie in un periodo di crisi (e quindi di perdita del lavoro) come quello che stiamo attraversando: «Gli effetti saranno pesantissimi», conferma l’avvocato Paggi dell’Asgi. «Prendiamo una famiglia con due bambini che hanno più di 14 anni: se devono rinnovare il permesso di soggiorno per sei mesi dovranno pagare 80 ero a testa, il che significa 320 euro più le altre spese fisse – prosegue il legale -. E questo magari con il capofamiglia che ha perso il suo posto di lavoro. Almeno servisse a rendere più veloci le pratiche, visto che oggi un immigrato per avere un permesso di soggiorno deve aspettare dai sei mesi a un anno».
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