by Editore | 3 Gennaio 2012 8:13
E riescono a spuntare risultati migliori e più veloci a livello di contratto integrativo piuttosto che sul piano collettivo nazionale. Secondo la Cgil sarebbero oltre 7 milioni gli addetti con un contratto in scadenza (anche se da Corso d’Italia sottolineano come i dati degli occupati, pubblicati dall’Istat o dall’Inps, non siano precisi, e vadano considerati come ordine di grandezza). Si va dal blocco del rinnovo per il pubblico impiego voluto dall’ex ministro Renato Brunetta che di fatto lascia in attesa oltre tre milioni di lavoratori (inclusi quelli della scuola) statali che negli ultimi anni si sono dovuti accontentare solo di un rinnovo della parte economica; ai bancari (circa 350 mila) che nell’anno vecchio si sono lasciati con un nulla di fatto per darsi appuntamento nel 2012 e tentare di chiudere a fine gennaio un «contratto straordinario» come chiedono i sindacati con una piattaforma presentata in giugno ma ideata alla fine dello scorso anno. Il nodo principale sono i compensi: i sindacati chiedono incrementi per 204 euro ma le aziende ne offrono 150. Poi c’è la «bomba Fiat», il «problema dei problemi» come lo definisce Vincenzo Scudiere, segretario confederale Cgil: «Una novità nel panorama nazionale, perchè di fatto introduce un contratto di primo livello lasciando fuori dalla negoziazione e dalla presenza in fabbrica il sindacato più rappresentativo». Che considera ancora valido il vecchio contratto e si appresta a presentare la sua nuova piattaforma nei prossimi giorni. Per la Cgil il vero impasse è il calcolo del salario in base a un sistema «che non si vuole più legato all’inflazione».
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