Se internet si spegnesse per un giorno

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Sembra un incubo da fantascienza ma non è impossibile. Di questo hanno discusso i giganti americani della telecomunicazione digitale raccolti intorno alla piattaforma Netcoalition.com. Il balckout sarebbe la soluzione estrema da mettere in pratica in tutti gli Stati uniti entro la fine del mese per protestare contro il progetto della legge Sopa (Stop Online Piracy Act), proposta lo scorso ottobre dal repubblicano del Texas Lamar S. Smith e da una coalizione bipartisan. È una legge contro la pirateria informatica che conferisce al Dipartimento di Giustizia statunitense il potere di condannare tutti i siti web che ospitano contenuti illegali, costringere i singoli provider a bloccare gli spazi votati all’illecito su scala globale e obbligare i motori di ricerca a eliminare qualsiasi riferimento ai domini che violano il copyright. «È una legge draconiana», ha tuonato il chairman di Google Eric Schmidt raccogliendo il consenso dei colossi della Silicon Valley, di Wikipedia, Al Gore e Arianna Huffington, fondatrice dell’«Huffington Post», insieme al più vasto, anonimo e combattivo popolo della Rete, tutti concordi nel condannare lo Stop Online Piracy Act che rischia seriamente di stravolgere la stessa natura del web. Già  il 24 gennaio il Congresso Usa si appresta a varare il Protect Ip Act, una variante del Sopa, dando il via all’ennesima crociata contro i mercati online del P2p. Il blackout digitale, se pure solo ventilato, potrebbe battezzare il nuovo provvedimento. Entrata in vigore in Spagna a inizio anno, la legge Sinde, per vietare lo scambio in Rete di opere protette dal copyright, introduce un’inversione totale di rotta rispetto alla tolleranza iberica per il P2p. D’ora in poi le autorità  avranno piena autonomia nella chiusura di siti o piattaforme di scambio, dietro segnalazione dei proprietari dei diritti d’autore. La legge che prende il nome dalla ministra della cultura di Zapatero àngeles Gonzà¡lez-Sinde e messa in atto dal neoeletto Partido Popular, stabilisce che in un massimo di 10 giorni dalla richiesta i siti potranno essere bloccati.


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