Sconto Rc auto con la scatola nera Separazione della rete del gas
Così il premier Mario Monti ha definito la fase due, quella della crescita, la sua lenzuolata che il Consiglio dei ministri varerà domani. Tra le moltissime misure presenti nelle 107 pagine e i 44 articoli del decreto che ieri è cambiato ancora, Monti ha voluto soprattutto ricordare quelle relative a «professioni, farmacie, servizi pubblici che saranno più competitivi». Il premier ha anticipato anche che ci sarà la separazione della rete gas di Snam da Eni, ma verrà regolata da uno specifico decreto da emanare entro sei mesi. Tra le modifiche, come previsto, scompare la contestata norma per abolire l’articolo 18 nel caso di fusioni tra piccole imprese. Nutrito il pacchetto energia, con la deregulation dei distributori di carburanti e la trasformazione della Autorità per l’energia elettrica in Autorità per le Reti con competenze anche sui trasporti e sulle licenze dei taxi, innovazioni che arriveranno in un secondo tempo. Altre novità riguardano l’introduzione di un conto corrente di base (provvisto di bancomat) a costi minimi che dovrà essere definito entro tre mesi. Così come verrà soppresso il limite minimo di superficie per la vendita dei giornali al di fuori del circuito delle edicole.
Nella relazione tecnica che introduce il decreto il governo cita studi di Banca d’Italia e Confindustria secondo i quali le liberalizzazioni possono produrre un aumento stabile del Prodotto interno lordo di circa l’1,4% all’anno nell’arco di vent’anni. I benefici si sentiranno anche sui salari, l’occupazione e gli investimenti. In dettaglio, i posti di lavoro e il consumo privato potrebbero aumentare dell’8%, gli investimenti del 18%, le retribuzioni reali di oltre il 12%. Così come viene menzionata una ricerca dell’Antitrust nella quale emerge che nelle Regioni dove sono state introdotte regole aperte in nome della concorrenza si sono registrati «innegabili effetti macroeconomici positivi».
Tra gli esempi viene citato il caso delle parafarmacie che ha consentito un risparmio di spesa pari a 22,5 milioni di euro solo nel 2010, che diventano 73 milioni di euro dalla loro introduzione voluta da Pierluigi Bersani nel 2006 alla fine dell’anno scorso. Per le associazioni dei consumatori l’insieme di queste misure dovrebbe comportare una risparmio di circa mille euro all’anno per famiglia che vanno ad addolcire la stangata di duemila euro in media conseguente al decreto salva Italia di fine anno.
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