by Editore | 24 Gennaio 2012 7:49
«La richiesta del presidente yemenita Ali Abdallah Saleh (foto)per sottoporsi a cure mediche negli Usa è stata approvata ma il suo soggiorno sarà limitato e legato alla durata dei trattamenti ai quali sarà sottoposto». Il dipartimento di Stato non si è mostrato riconoscente verso uno storico alleato come Saleh, che ha servito per 33 anni gli interessi Usa in Medio Oriente. Saleh rappresenta il passato per Washington, consapevole che i fedeli sauditi hanno fatto in modo da prevedere un cambio al vertice in Yemen che non mette a rischio gli interessi statunitensi in un’area strategica come il Golfo. Saleh non può lamentarsi troppo: sfugge a un processo invocato dalla piazza. L’altro giorno ha chiesto «perdono» (centinaia di manifestanti uccisi nell’ultimo anno), ha fatto le valigie ed è scappato poche ore dopo il voto del parlamento che all’unanimità ha sancito la sua immunità con la benedizione di americani e sauditi. Il popolo yemenita però continua a chiedere giustizia mentre un’ondata di ammutinamenti sconvolge le forze armate.
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