Rushdie: “Non mi volevano al festival in india e hanno inventato un attentato. che disgusto”

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«Si sono inventati tutto e hanno detto solo bugie», ha scritto su Twitter lo stesso autore dei Versi satanici che aveva rinunciato a partecipare al Festival di Jaipur, la più grande rassegna letteraria dell’India, perché allertato dalle autorità  su un possibile attentato. Secondo indiscrezioni di polizia uscite sul quotidiano The Hindu, si è trattato solo di una montatura per tenere Rushdie lontano dal Festival. E la stessa intelligence di New Delhi ha riferito di non avere alcuna informazione riguardo a un piano per uccidere lo scrittore, che si è detto “disgustato e molto arrabbiato”.


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A chi si domanda perché riprendere in mano gli scritti dei vecchi, dei morti – invece che tenerli come santini in improbabili pantheon – sarà  utile dare più di un’occhiata a “Lo Stato siamo noi” (Chiarelletere; 7 euro, 136 pagine) raccolta di scritti e discorsi di Piero Calamandrei. Giurista, azionista, padre costituente: perché Calamandrei oggi lo spiega Giovanni De Luna nella sua introduzione al volumetto, a proposito della fascistizzazione degli italiani.

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