Raid nella notte, furto sospetto nella sede di Libera
Dopo le indagini delle dda di Napoli e Roma, le condanne che hanno colpito una parte dell’ex giunta di Fondi – oltre 110 anni di reclusione comminati dal Tribunale di Latina – e i tantissimi sequestri preventivi, in sordina la reazione delle cosche non si è fatta attendere. Ieri l’ultimo episodio, grave e significativo: un’incursione notturna negli uffici del presidio di Libera di Sabaudia, alle porte del parco del Circeo, con un bottino misero ma inquietante, un computer con i dati dell’associazione di don Luigi Ciotti.
A novembre era stato colpito il villaggio della legalità a Borgo Sabotino, alle porte di Latina. Durante la notte il prefabbricato utilizzato dall’associazione per le iniziative antimafia era stato pesantemente danneggiato, infrangendo i vetri e distruggendo i bagni. Pochi mesi prima, lo scorso agosto, i serbatoi dell’acqua erano stati sabotati con della soda caustica, rendendo inservibile la pompa idraulica. Episodi rimasti fino a oggi senza colpevoli, ma con mandanti ben chiari.
Il coordinatore regionale del Lazio di Libera Antonio Turri ha scoperto lo strano furto nel presidio di Sabaudia ieri mattina, all’apertura degli uffici: «È un furto sicuramente singolare – ha commentato Turri – qualsiasi ladro avrebbe saputo valutare quanto contenuto nella sede. Senza contare il fatto che gli immobili accanto sono occupati da altre associazioni e anche dalla Capitaneria di Porto ma evidentemente interessava solo il computer da 50 euro dato in uso a Libera dal Comune insieme alla sede. C’era anche un televisore ma lo hanno lasciato».
L’unico interesse, dunque, era probabilmente rivolto al contenuto del computer, o a mostrare ancora una volta come l’associazione sia facilmente attaccabile. Intimidazione, in altre parole.
La città di Sabaudia è uno dei punti più caldi del fronte pontino. La scorsa estate il parco del Circeo è stato oggetto di attentati incendiari particolarmente insidiosi, preparati con cura e da mani esperte. In questa zona, poi, stanno sorgendo diversi complessi commerciali, spesso riconducibili a società con sede in paradisi fiscali, la cui presenza è stata più volte denunciata dalle associazioni ambientaliste e antimafia. Lo stesso presidente del parco del Circeo, ascoltato recentemente davanti alla commissione sicurezza della Regione Lazio, aveva espresso una forte preoccupazione per la forte pressione che si è creata sulla riserva naturale.
Sabaudia e, più in generale, la costa della provincia di Latina è poi l’area simbolo del principale affare delle cosche nell’area nel sud del Lazio, lo sfruttamento dell’economia turistica. Buona parte del litorale del Lazio – ad iniziare dalla città di Ostia – è da tempo oggetto di forti investimenti da parte di gruppi riconducibili soprattutto al cartello dei Casalesi, la cui presenza nell’area del sud pontino è ormai consolidata fin dagli anni ’80.
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