Quei Passi Indietro sulle Banche

by Editore | 27 Gennaio 2012 7:50

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Poi sono arrivate le liberalizzazioni. Un decreto in cento bozze e in cento passaggi. Aggiustamenti. Correzioni. Chiarimenti. Solo che quando si va a guardare il testo definitivo si scopre che molte cose (tecnicamente commi) si sono perse per strada. Oppure hanno cambiato segno. Prendiamo le commissioni per chi fa il pieno di benzina utilizzando la carta di credito. Dietro la parola «sospensione» (cancellazione per il legislatore appare sempre un termine troppo diretto) si nasconde una beffa: fino a prima del decreto chi spendeva meno di 100 euro al distributore di benzina veniva esentato dal pagamento delle spese per la carta di credito. Erano gratuite sia per il venditore che per il compratore. Adesso, invece, si pagheranno. Almeno fino a giugno, quando bisognerà  stabilire la soluzione definitiva.
Secondo esempio. Dalle prime bozze pareva che dovesse essere introdotto una specie di divieto per le banche di sottoporre ai clienti che accendono un mutuo la necessità  di sottoscrivere una polizza legata al prestito casa. Niente da fare. La versione finale prevede per la banca solo l’obbligo di presentare almeno due preventivi di due assicurazioni diverse. Una specie di concorrenza pilotata. Il dirigismo in questo caso si limita a due (o più) fotocopie. Forse non è poi tanto dirigista. Si dirà , è già  qualcosa, visto che prima la banca offriva direttamente soltanto i suoi prodotti. E scegliere tra due offerte potrebbe aiutare almeno ad una riduzione dei costi. Una specie di concorrenza spinta dall’esterno. Vedremo se funziona. Sarà  abbastanza facile verificarlo monitorando il costo di questo servizio. 
Terzo esempio. Nelle prime versioni del decreto era stato indicato un tetto alle commissioni (era l’1,5%) che i circuiti di pagamento (le carte di credito) potevano chiedere a negozi, bar, ristoranti, alberghi. Certo, una norma invasiva che faceva temere il rischio di rispolverare una conoscenza antica, il calmiere dei prezzi. Soglia abolita nel nome del mercato, dunque. Spetterà  a banche, Poste e carte di credito trovare un accordo per ridurre questi costi. Senza l’intervento d’autorità  dello Stato. Giusto lasciare spazio al mercato, alla negoziazione tra le parti, ma senza dimenticare quello che scrivevamo all’inizio. Lo Stato ha già  garantito per le banche. Quindi se non dovesse arrivare un segnale (tangibile) verso i clienti, una piccola dose di dirigismo in più non guasterebbe.

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