by Editore | 8 Gennaio 2012 9:01
ROMA – Proprio questo il Pd voleva sentirsi dire: che il governo Monti giudica prioritaria la lotta all’evasione. Perché è davvero «il primo punto tra i segnali di equità », dopo una manovra di sacrifici. Come Bersani ha detto al Professore nel faccia a faccia che hanno avuto a Reggio Emilia, poco prima dell’inizio della cerimonia del Tricolore. Il leader democratico si è trattenuto a parlarne anche con il sottosegretario Paolo Peluffo. «Non robe giacobine, né da Stato di polizia – ha spiegato – però ci vuole un’offensiva mirata, con forme di prevenzione strutturale contro l’evasione». La caciara del Pdl contro i blitz di Cortina e Portofino deve essere isolata.
L’appuntamento con Monti è per i prossimi giorni. E lì il leader democratico porterà la ricetta anti-evasori. Un pacchetto aggiornato in dieci punti. Alla base del quale sta una richiesta: l’impegno politico deve essere di approvare in Parlamento una norma in base alla quale quello che si guadagna in termini di rientro dall’evasione va impiegato per ridurre le aliquote del lavoro dipendente e dei redditi d’impresa. L’Italia ha un tasso di evasione fiscale che è di 17 punti di Pil, deve rientrare nella media europea di 9 punti: in soldoni quasi 300 miliardi di base imponibile evasa. Sono i conti di Stefano Fassina, il responsabile economico del partito.
Sostiene Fassina che «francamente nella lotta all’evasione Monti fin qui ha fatto meno di quello che ci aspettavamo». Esempi? La tracciabilità entra in ballo a mille euro. Il Pd chiede che si possa pagare cash fino a 500 euro. L’effetto è rendere dura la vita ai professionisti, dai medici agli avvocati, ma anche ai tappezzieri, agli artigiani che non rilasciano ricevute. Pensioni e pensionati non c’entrano. Bene la comunicazione dei movimenti dei conti correnti bancari alle Entrate, decisa dal governo. Ma perché non prevedere che i registratori di cassa siano in rete con l’Agenzia? I Democratici chiedono inoltre il ripristino di una misura del governo Prodi (eliminata da Tremonti), ovvero che tutti distributori automatici (le macchinette di caffè, merendine) siano forniti di microchip che registrano gli incassi. Insistono sull’elenco clienti-fornitori. Fondamentale, il sistema di banche-dati. Ripristinare il falso in bilancio.
Visco, l’ex ministro di Prodi, è stato il Torquemada degli evasori. Molte proposte portano il suo bollino. Fassina ricorda «la responsabilità in solido dell’appaltatore con il sub appaltatore», chi dà un subappalto risponde delle evasioni contributive. Un’offensiva reticolare anti-evasione. Le accuse di «illiberalità » che il Pdl muove dopo i controlli di Finanza e Agenzia entrate provocano il contrattacco democratico. «Esterrefatti per la difesa degli evasori» (Chiti). «Se si fosse trattato del bar di Tor Pignattara il Pdl non sarebbe insorto, invece hanno beccato i loro amici… (Fassina).
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