“L’Europa non creda alla destra ungherese false promesse che uccidono la democrazia”
Berlino – «Non è più democrazia da noi, è autocrazia. Spero che presto ce ne libereremo, spero nell’Europa». Così dice Gyorgy Konrad, il Guenter Grass e il Sakharov ungherese: massimo scrittore magiaro vivente, dissidente ieri e oggi, nell’ora decisiva. Il regime promette correzioni alle leggi liberticide (specie quella che abroga l’indipendenza della Banca centrale) a poche ore dall’incontro tra il negoziatore ungherese Tamas Fellegi e la presidente del Fmi, Christine Lagarde. Senza i 20 miliardi di dollari del Fmi e della Ue il default è alle porte. Szolidarità s, l’organizzazione-ponte dei democratici, invia a Bruxelles migliaia di lettere di ungheresi che chiedono aiuto, “vogliamo restare cittadini europei”. L’ex premier tecnico di sinistra Gordon Bajnai propone un governo d’emergenza. Oggi a Roma la Fnsi organizza alle 17 un sit-in all’ambasciata d’Ungheria, Via dei Villini, per la libertà di stampa.
Signor Konrad, come andrà a finire?
«L’Ungheria presto o tardi si libererà da questo governo. Non sarà facile, siamo al limite. Rassicurare i mercati, il mondo, sarà possibile solo quando il governo, e soprattutto Orbà n, si dimetteranno. Finché lui resta non ci sarà fiducia tra la gente, nel mondo, nella Ue, né nel Fmi. Orbà n ha perduto ogni credibilità ».
La situazione economica è catastrofica, che ne pensa?
«Orbà n, è un uomo cattivo, la sua energia è la vendetta. Non può essere parte della soluzione, è il problema. Diffamazioni, accuse, licenziamenti, quindi repressione: non crea più fiducia. Risveglia i peggiori spettri del nostro passato, complicità con Hitler e l’Olocausto fino all’ultimo, il contrario di polacchi e cèchi al fronte con gli Alleati. E lui non ama Budapest, proprio come l’ammiraglio Horthy».
E le promesse di concessioni a Fmi e Ue?
«Ue e Fmi rifletteranno attentamente, se ha senso concedere credito a un uomo che ogni giorno dice il contrario. Qui la gente prende i soldi dalle banche e li porta in paesi vicini al sicuro».
È ottimista sul futuro?
«A medio termine sì, a breve no. Ci vuole un credibile governo di esperti, qualcosa come Monti dopo Berlusconi».
L’Ungheria è ancora una democrazia?
«Credo di no. Non siamo più una democrazia: si fanno e disfano da un giorno all’altro leggi che cambiano radicalmente la situazione, abbiamo perso la certezza dello Stato di diritto. È autocrazia dipendente dall’arbitrio di Orbà n. Un Putin ungherese, triste eccezione nella Ue. Ha sempre più potere, non è Stato di diritto, è una specie di socialismo reale di destra».
L’Europa perderà l’Ungheria?
«Non parlo contro il mio paese, non è l’Ungheria a rigettare la Ue. Orbà n dice che possiamo vivere senza Ue, ma lo pensa solo lui. La Ue deve premere per un governo di esperti. Pian piano cominciano a far sentire la loro voce. I Popolari europei capiranno che il partito di Orbà n, oggi nei loro ranghi, non ha più a che vedere con i democratici conservatori Adenauer, de Gasperi e Kohl. Speriamo facciano presto, c’è poco tempo».
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