“La crisi alimenta la criminalità ” i sindaci in trincea con la Cancellieri

by Editore | 8 Gennaio 2012 9:30

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ROMA – Il timore del ministro dell’Interno è lo stesso dei sindaci che più da vicino “annusano” il clima di tensione sociale in Italia. Da Alemanno a De Magistris, da Emiliano a Marta Vincenzi. Ieri Anna Maria Cancellieri, nella sua prima intervista da ministro, non ha nascosto a Repubblica la preoccupazione «per lo smarrimento e l’inquietudine della gente che ha paura di perdere il lavoro, la cornice ampia in cui poi si manifestano gravi fatti di criminalità  di strada». 
Un’opinione che il sindaco di Roma Gianni Alemanno, alle prese con l’emergenza criminalità  più grave da quando siede al Campidoglio (35 omicidi nella capitale in un anno), sposa in pieno: «La Cancellieri – dice il sindaco di centrodestra – saprà  dare la scossa necessaria per poter applicare questa terapia d’urto». Il ministro ha parlato infatti di un piano di interventi di forte impatto, compresa l’introduzione delle perquisizioni per le armi senza il via libera del giudice. «Siamo fiduciosi nel suo operato – continua Alemanno – la crisi effettivamente sta creando in tutta Italia fattori che spingono a delinquere».
Di segnali inquietanti il ministro Cancellieri nell’intervista ne ha messi in fila diversi: dai pacchi bomba ad Equitalia, al campo nomadi dato alle fiamme a Torino, fino al duplice delitto di Firenze, in cui un estremista di destra ha ucciso due senegalesi. Ma anche le accese proteste per i 140 licenziamenti previsti dal piano esuberi di Fincantieri, che a Genova hanno spinto i lavoratori a occupare l’aeroporto. «Effettivamente le tensioni che si stanno creando in città  sul caso Fincantieri sono pesanti – osserva il sindaco di Genova Marta Vincenzi (Pd) – non è una “normale” crisi industriale. Alzeremo il livello di attenzione».
A Napoli l’allarme del ministro non è sfuggito al sindaco Luigi de Magistris (Idv), che guida una città  sotto questo punto di vista tra le più difficili: «La recrudescenza del conflitto sociale può diventare una questione di ordine pubblico – dice – affrontare il tema centrale del 2012, cioè il lavoro, è il miglior antidoto contro ogni degenerazione violenta di alcune fasce sociali». Il sindaco napoletano sottolinea nel contempo la sua contrarietà  alla criminalizzazione delle manifestazioni politiche «anche quando sono estreme». Un’altra voce del Sud, quella del sindaco di Bari Michele Emiliano, aggiunge: «Si nota un passaggio dal metodo populistico, fondato sull’evocazione delle paure degli italiani, dell’ex ministro Maroni a quello di una donna delle istituzioni, che sa quello che deve dire e fare. Bisogna però riconoscere che ha in mano una macchina rotta, nel senso che l’apparato di sicurezza dello Stato è invecchiato e il blocco del turn over obbliga a tenere per strada agenti che da tempo avrebbero dovuto essere destinati ad altre funzioni». 
Ma c’è chi ha un’idea diversa. «Le dichiarazioni del ministro – ribatte Francesco Giro, deputato del Pdl – sono eccessivamente enfatiche. Non è la crisi economica a causare la violenza urbana, ma l’ormai imponente traffico della droga. Sentire oggi le prediche allarmistiche di chi a sinistra solo pochi anni fa sottovalutava ogni cosa è irritante». Date queste premesse, diventa prevedibile l’analisi di Giro sull’emergenza criminalità  a Roma: «Alemanno? Per me non ha sbagliato nulla».

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