“Avvicinarsi alla costa non è vietato basta seguire le regole del buon senso”

by Editore | 19 Gennaio 2012 8:06

Loading

ROMA – «Se l’inchino viene fatto a distanza di sicurezza dalla costa non c’è nessun problema. Ma non è il caso della Costa Concordia. Quello di Schettino è stato disastroso proprio perché non ha rispettato le elementari regole della perizia marinaresca che qualunque comandante di buon senso avrebbe seguito». Così spiega il comandante di fregata Cosimo Nicastri, del comando generale della Guardia Costiera.
Non esistono divieti? Non esistono ordinanze che regolamentano la navigazione di queste grosse navi in prossimità  delle coste?
«Non esiste un divieto particolare. In quella zona di mare non era vietato avvicinarsi. Vigono però le norme generali che impongono ai comandanti di mantenersi a distanza di sicurezza. E quella nave non le ha rispettate, si è diretta dove non doveva dirigersi, su uno specchio d’acqua molto pericoloso perché c’era una scogliera. E una nave di quel genere non può certo manovrare con agilità  in caso di imprevisti». 
Gli scogli dove si è poi arenata la nave non erano segnalati?
«Certo che erano segnalati, in tutte le “carte nautiche”. Nei “portolani” (le carte che riguardano i porti, ndr) dell’Istituto Idrografico della Marina Militare quegli scogli erano segnalati e nessuno, se avesse consultato le carte o guardato gli ecoscandagli che segnalano anche i pesci, si sarebbe mai avvicinato tanto». 
Ci sono sistemi di monitoraggio che consentono alle Capitanerie di vedere in qualunque istante le posizioni delle navi in navigazione e di far scattare l’allarme?
«Sì, si chiamano il Vts (Vessel Traffic System) e l’Ais (Automatic Identification System). Il primo non è ancora attivo, il secondo, che ricostruisce il “tracciato storico” della nave, è stato subito attivato non appena è arrivata la prima segnalazione d’allarme. Così è stato possibile accertare che rotta aveva fatto la nave e dove s’era incagliata». 
Si poteva fare qualcosa, una volta vista la rotta anomala?
«Bisogna considerare molte cose e la principale è che se anche qualcuno avesse avvistato quella nave così vicino alla costa non ci sarebbe stato più il tempo di intervenire perché viaggiava ad una velocità  di 15-16 nodi e sarebbe stato impossibile fermarla». 
Non sarebbe il caso di vietare gli “inchini”?
«Questa è una valutazione che compete ad altri ed in ogni caso non c’è bisogno di fare una legge per non andarsi a schiantare su uno scoglio per giunta segnalato dalle carte nautiche».

Post Views: 188

Source URL: https://www.dirittiglobali.it/2012/01/qavvicinarsi-alla-costa-non-e-vietato-basta-seguire-le-regole-del-buon-sensoq/


“Avvicinarsi alla costa non è vietato basta seguire le regole del buon senso”

by Editore | 19 Gennaio 2012 8:06

Loading

ROMA – «Se l’inchino viene fatto a distanza di sicurezza dalla costa non c’è nessun problema. Ma non è il caso della Costa Concordia. Quello di Schettino è stato disastroso proprio perché non ha rispettato le elementari regole della perizia marinaresca che qualunque comandante di buon senso avrebbe seguito». Così spiega il comandante di fregata Cosimo Nicastri, del comando generale della Guardia Costiera.
Non esistono divieti? Non esistono ordinanze che regolamentano la navigazione di queste grosse navi in prossimità  delle coste?
«Non esiste un divieto particolare. In quella zona di mare non era vietato avvicinarsi. Vigono però le norme generali che impongono ai comandanti di mantenersi a distanza di sicurezza. E quella nave non le ha rispettate, si è diretta dove non doveva dirigersi, su uno specchio d’acqua molto pericoloso perché c’era una scogliera. E una nave di quel genere non può certo manovrare con agilità  in caso di imprevisti». 
Gli scogli dove si è poi arenata la nave non erano segnalati?
«Certo che erano segnalati, in tutte le “carte nautiche”. Nei “portolani” (le carte che riguardano i porti, ndr) dell’Istituto Idrografico della Marina Militare quegli scogli erano segnalati e nessuno, se avesse consultato le carte o guardato gli ecoscandagli che segnalano anche i pesci, si sarebbe mai avvicinato tanto». 
Ci sono sistemi di monitoraggio che consentono alle Capitanerie di vedere in qualunque istante le posizioni delle navi in navigazione e di far scattare l’allarme?
«Sì, si chiamano il Vts (Vessel Traffic System) e l’Ais (Automatic Identification System). Il primo non è ancora attivo, il secondo, che ricostruisce il “tracciato storico” della nave, è stato subito attivato non appena è arrivata la prima segnalazione d’allarme. Così è stato possibile accertare che rotta aveva fatto la nave e dove s’era incagliata». 
Si poteva fare qualcosa, una volta vista la rotta anomala?
«Bisogna considerare molte cose e la principale è che se anche qualcuno avesse avvistato quella nave così vicino alla costa non ci sarebbe stato più il tempo di intervenire perché viaggiava ad una velocità  di 15-16 nodi e sarebbe stato impossibile fermarla». 
Non sarebbe il caso di vietare gli “inchini”?
«Questa è una valutazione che compete ad altri ed in ogni caso non c’è bisogno di fare una legge per non andarsi a schiantare su uno scoglio per giunta segnalato dalle carte nautiche».

Post Views: 0

Source URL: https://www.dirittiglobali.it/?p=26870