Pensioni sopra i 1000 euro stop al pagamento in contanti

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ROMA – Chi ha una pensione che supera i mille euro non potrà  più ritirarla in contanti. L’Inps, il 7 marzo, bloccherà  i pagamenti in denaro cash che superano quell’importo. E agli anziani abituati a prendere le banconote per portarsele a casa, gli impiegati dei 14mila uffici postali italiani non le daranno più, non almeno se la cifra fa 1000. Se vogliono la pensione dovranno aprire un conto corrente, un libretto o farsi una carta prepagata. Hanno due mesi di tempo per adeguarsi, gennaio e febbraio, ma è meglio si sbrighino, perché entro gli stessi mesi dovranno comunicare all’Istituto di previdenza dove farsi accreditare l’assegno. Sono questi i consigli contenuti in una lettera che l’Inps ha inviato a 450mila pensionati per avvertirli che dal 7 marzo la pensione in contanti, sarà  solo un ricordo del passato. Rimarrà  in vigore solo per chi a mille euro non ci arriva, salvando dunque tutti gli assegni al minimo. 
È l’effetto della manovra correttiva, che impone anche alle Pubbliche amministrazioni (oltre che a privati e imprese), il limite dei mille euro ai pagamenti cash. Una norma dove c’è un po’ tutto, tracciabilità  del denaro, lotta all’evasione, guerra al contante la cui gestione costa, sia in termini di soldi (1o miliardi solo alle banche), oltre che di sicurezza. Ed è alla sicurezza che pensa il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, quando a chi gli chiede lumi sulla norma e sulla lettera appena inviata, spiega che usare i contanti «è rischioso», visto che lo scorso anno «i furti negli uffici postali sono aumentati del 17%». C’è di più. Sono sempre meno i pensionati che si affidano al contanti. 
Gli italiani a riposo sono oltre 13,8 milioni, ma solo 2,2 milioni amano riscuotere cash, e di questi sono 450mila vivono con assegni superiori ai mille euro. Gli altri hanno trattamenti inferiori e dunque possono continuare come hanno sempre fatto, in fila agli uffici postali, banconote in borsetta o infilate nelle tasca interna della giacca e poi a casa. Oltre ad aprirsi un conto, la pattuglia degli anziani che dovrà  rinunciare al pagamento cash è anche obbligata a comunicare i dati all’Inps. Può farlo tramite il sito Internet (ma solo se in possesso del codice personale), presso un ufficio dell’istituto, ma anche nei 14mila uffici postali o in banca. Solo però se aprirà  un conto o un libretto o acquisterà  una carta prepagata, un’operazione che fino a oggi non è mai stata gratis. I costi saranno contenuti, ha assicurato nei giorni scorsi l’Abi, l’associazione delle banche, ma certo, ha aggiunto, i conti non saranno gratuiti perché i pagamenti elettronici hanno un costo. Le Poste sembrano invece promettere qualcosa in più: un conto gratuito (ma solo per un anno) a chi ha più di 65 anni, oppure un libretto e la InpsCard. 
Ma ai sindacati (come ai consumatori dell’Adusbef), la norma proprio non piace. Il segretario generale Spi-Cgil, Carla Cantone, ha detto che è «del tutto incomprensibile l’imposizione del governo di bloccare l’erogazione in contanti delle pensioni sopra i 1.000 euro. In questo modo, infatti, i pensionati saranno obbligati per decreto a aprire un conto corrente bancario o postale». Protesta anche la Uil, con Rocco Carannante e Luigi Scardaone. «È un inaccettabile favore al sistema bancario e postale con un danno per le categorie più deboli».


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