Pax Christi contro gli F-35: «Sono come Erode»
Usa una metafora biblica e parole estremamente dure monsignor Giovanni Giudici, vescovo di Pavia e presidente nazionale di Pax Christi, per attaccare governo e parlamento che non sembrano voler recedere dall’intenzione di acquistare 131 cacciabombardieri f-35 per una spesa di oltre 15 miliardi di euro.
«Finalmente la notizia è arrivata nei titoli di giornale – dice monsignor Giudici -, nel panorama drammatico di questa crisi economica che esige sacrifici e tagli per il bene del paese e per il futuro di tutti: anche le spese militari devono essere drasticamente tagliate», e in particolare va cancellato – senza dover pagare alcuna esorbitante penale, come le lobby militari sostenevano e come un’inchiesta di altreconomia, confermata anche dall’ex capo di stato maggiore il generale Vincenzo Camporini ha smento – il programma di acquisto degli F-35, «aerei di attacco che costano quasi 150 milioni di euro ciascuno». «L’assordante silenzio che copriva questo progetto è stato rotto», denuncia il presidente di Pax Christi, una delle poche associazioni cattoliche da sempre in prima linea contro gli F-35. «Sempre più palese è l’assurdità di produrre armi investendo enormi capitali mentre il grido dei poveri, interi popoli, ci raggiunge sempre più disperato».
Bisogna cambiare radicalmente strada, dice il vescovo: abbandonare quella «di Erode, fatta di violenza e sopruso», e – non a caso le parole vengono pronunciate proprio in occasione della festa dell’Epifania – seguire invece quella «dei Magi e di chiunque, singoli e popoli, discerne le opere di pace per garantire il futuro di tutti» e per orientare «ogni scelta alla via esigente e necessaria della pace». Per questo, chiede il presidente di Pax Christi anche ai tanti cattolici, per lo meno a parole, che fanno parte del governo – dal «ministro di sant’Egidio» Riccardi, al rettore dell’università cattolica Ornaghi, all’ex presidente del movimento dei laureati dell’azione cattolica Balduzzi – «esigiamo un ripensamento di queste spese militari con un serio dibattito in parlamento. I popoli che camminano nella tenebra di questa follia chiedono di cancellare questo progetto, e ciò è ancora più necessario in un tempo di crisi che è già molto pesante soprattutto per le famiglie e per i più poveri e che non sembra invece toccare i grandi investimenti per le armi». Chi si proclama cattolico, aggiunge monsignor giudici, «non può familiarizzare con progetti di violenza, neppure in chiave di pseudo-sicurezza internazionale».
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