Obama: “Dobbiamo ridurre gli aborti”

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NEW YORK – Riduciamo gli aborti. Barack Obama alza la voce e mentre l’America continua a dividersi si lancia in uno spericolatissimo intervento proprio in campagna elettorale. La dichiarazione per l’anniversario della “Roe contro Wade” sembra fatta apposta per essere letta al contrario. Non è un anniversario tondo: sono passati 39 anni da quella sentenza con cui la Corte Suprema riconobbe il diritto all’aborto. E l’anno scorso la Casa Bianca si guardò bene dal celebrarla: ancora sotto schiaffo per quelle elezioni di midterm che riempirono il congresso di tea party antiabortisti. Ma a novembre si rivota. E prima il presidente ha pensato a re-ingraziarsi gli ambientalisti stoppando il superoleodotto dal Canada al Golfo del Messico. E adesso guarda ancora al suo giardino elettorale celebrando quella sentenza che la destra vorrebbe ribaltare.
Obama però dice di più. Sottolineando nell’ennesimo sforzo bipartisan che in America bisogna abortire di meno. Dobbiamo «ridurre la necessità  di abortire» dice il presidente. Dobbiamo «sostenere le donne incinte e le madri». Proteggendo la vita dei neonati anche «promuovendo l’adozione». Sono parole forti. Proprio in questi giorni l’amministrazione deve vedersela con l’ennesima scomunica. In testa c’è il capo della chiesa di New York Timothy Dolan. Per la riforma sanitaria le istituzioni religiose devono comportarsi come tutte le aziende: garantendo ai dipendenti l’accesso alle pratiche contraccettive che possono portare all’aborto. Obama s’è personalmente incontrato con l’arcivescovo cercando di prendere tempo. Ma Dolan ha tuonato: «Il presidente ci dice che abbiamo un anno di tempo per decidere come violare le nostre coscienze». Accusando la Casa Bianca di attaccare «la libertà  religiosa».
Così adesso Obama prova a riaprire. Beninteso ricordando il suo «impegno a proteggere il diritto di scelta della donna e questo fondamentale diritto costituzionale». Parole forti anche queste. Il presidente del resto ha poca scelta. È campagna elettorale: e non solo per i repubblicani. Domani sera c’è il discorso sullo Stato dell’Unione e si preannuncia un altro scontro. Barack lo centrerà  sul rilancio dell’economia. Ma di fronte al Gop che chiede uno stato minimo sottolineerà  al contrario più potere per l’amministrazione: per rilanciare i lavori pubblici e fermare la disoccupazione. Così dal lavoro all’aborto l’America continua a dividersi: a cominciare dal presidente.


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