Niente sanzioni per il console fascio-rock

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ROMA – Alla Farnesina, è tradizione, leggono molto attentamente i giornali stranieri. Uno in particolare, da sempre, è nel cuore e sui tavoli di ogni diplomatico: Le Monde. Quando sono iniziate a girare le copie datate mercoledì della bibbia diplomatica parigina, tutti si sono accorti che nel reportage su “Casa Pound” , casa dei fascisti romani, c’era una citazione del caso di Marco Vattani. Il console italiano ad Osaka, figlio dell’ex segretario generale del ministero, a Capodanno era finito sui giornali per il saluto fascista con cui aveva concluso un’esibizione del suo gruppo rock-estremista. La citazione su Le Monde è servita a confermare che il caso non è sfuggito a chiunque abbia un ambasciata o un corrispondente a Roma.
Il ministro degli Esteri Giulio Terzi, in gioventù simpatizzante del Movimento sociale italiano, non aveva però perso tempo: aveva reagito facendo annunciare che Vattani sarebbe stato deferito alla Commissione disciplinare del ministero, che insomma contro un console che inneggia in un video alla Repubblica di Salò e sostiene che «la Repubblica italiana è fondata sui valori degli epuratori» qualche provvedimento va preso. Secondo molte fonti della Farnesina, però, Terzi si preparerebbe ad applicare la meno blanda delle punizioni per il console fascista, e anzi nella migliore della tradizioni quella che si preparerebbe è una semplice rotazione, ovvero una nuova sede.
Ieri i sindacati del ministero hanno provato a sollevare il caso con un comunicato: Cgil, Cisl e Uil chiedono alla dirigenza di capire come vorranno affrontare il caso. «Vattani», dice una fonte della Farnesina vicina al ministro degli Esteri, «ha ricevuto una contestazione cui dovrà  rispondere entro 40 giorni». Provvedimenti più decisi e soprattutto rapidi sarebbero stati possibili, ma «solo se il concerto fascista fosse stato fatto in sede, ad Okinawa, mentre era in servizio». 
Al ministero hanno paura che Vattani padre, l’Umberto che è stato segretario generale e che ha condiviso la carriera con un fratello e due figli, sia in grado di mobilitare tutti i gradi dei Tribunali amministrativi romani per insabbiare qualsiasi censura. «Al momento il livello delle contestazioni viene fatto dal Direttore del Personale, Giovanbattista Verderame, un dirigente che chiaramente prende ogni decisione solo in accordo con gli alti gradi del ministero», dicono alla Farnesina. «Solo se si salisse al livello della Commissione disciplinare la gravità  dell’episodio potrebbe essere giudicata da ambasciatori capaci – forse – di rendersi indipendenti dalla pressioni dei Vattani».


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