Nel rapporto tra libri e lettori un fuoco da mantenere vivo
Così mi sono fatto una solida esperienza su come si accende, si alimenta, si sorveglia un fuoco, e a volte anche su come se ne perde il controllo. Il fuoco ha nutrito la mia immaginazione di bambino, e lo fa tuttora.
L’editoria dovrebbe somigliare alla cura del fuoco. Il lampo della fantasia di uno scrittore combinata con la scintilla del linguaggio può creare una fiamma che è tuttavia destinata a estinguersi presto se non è alimentata dai lettori. Un romanzo come Le braci di Sandor Marai, che scomparve letteralmente di vista per decenni, fin quando Roberto Calasso lo ripubblicò nel 1998, è un buon esempio di questa analogia. Calasso soffiò su quelle braci, rimaste inattive a lungo, soffiò sulle ceneri e aggiunse carta fresca, ed esse si trasformarono rapidamente in un fuoco vivo, perché centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo ripresero a leggere questo grande libro.
Più lettori sono attratti da un libro, maggiore è il carburante di cui esso si nutre. Ecco perché un romanzo come il Gattopardo, uscito per la prima volta in Italia nel 1953 da Feltrinelli, brucia da allora, e con ogni probabilità arderà finché ci saranno esseri umani in giro. O prendiamo Larsson e il modo in cui i suoi romanzi si sono diffusi a macchia d’olio perché milioni di lettori in tutto il mondo si sono passati il testimone con il passaparola. Per non parlare di Shakespeare: il fuoco che circonda il più grande scrittore inglese è enorme perché i molti testi che ha creato sono stati letti, ascoltati, discussi e reinterpretati da milioni di persone. (…)
Leggere o non leggere, questo è il problema. Come industria, è nostro dovere, privilegio e necessità nutrire i libri con i lettori. E nutrire i lettori con i libri. Il rapporto tra libri e lettori è simbiotico, e l’importanza di questo rapporto è grande per i librai quanto lo è per gli editori. I librai aiutano a diffondere il fuoco nel modo più intimo possibile – attraverso gli occhi e il contatto fisico. Il passaggio di mano in mano è il modo più bello per vendere un libro, perché rientra nel rapporto intimo che un lettore ha con il libro stesso. Ma non è l’unico modo. La vendita online sta trasformando la vendita di libri, e questa trasformazione accelera insieme alla crescente importanza dell’editoria digitale. Per certi aspetti sembra che tutto sia cambiato con l’emergere della grande distribuzione online. Eppure, sebbene in altri modi, è come se i principi fondamentali dell’editoria siano rimasti gli stessi di sempre. (…)
L’importanza di coinvolgere i lettori resta fondamentale, e le opportunità per farlo sono paradossalmente maggiori e insieme minori rispetto al passato. Nel Regno Unito le librerie di quartiere lottano per sopravvivere. La vendita di libri tradizionale è minacciata, e si dovrà adattare. Ma le opportunità multimediali sono enormi e emozionanti. Oggi è possibile costruire una comunicazione diretta con le lettrici e i lettori. Due iniziative in cui sono personalmente coinvolto, Canongate TV e World Book Night, si basano appunto sul principio di comunicazione diretta. E grazie a World Book Night ci siamo accorti di poter coinvolgere il pubblico nella promozione del libro, fornendogli le munizioni per farlo: libri in omaggio grazie ai quali potranno condividere il loro amore per un particolare testo.
Traduzione di Enrica Crivello
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