Monti risponde a Galan: «Giusto usare l’8 per mille per le carceri»

by Editore | 4 Gennaio 2012 10:04

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I 57 milioni di euro destinati – dal pacchetto di norme che approda oggi in commissione Giustizia del Senato – al piano di edilizia penitenziaria del capo Dipartimento, Franco Ionta, saranno ricavati da un’inedita ripartizione dell’otto per mille dell’Irpef a gestione statale per il 2011. Quest’anno «la scelta se effettuare interventi a pioggia o concentrare l’investimento prioritariamente in alcuni dei settori di pubblica utilità » – carcere e Protezione civile, questa la scelta del governo – viene effettuata «in ragione della disponibilità  del bilancio e dell’impellenza delle necessità ». L’annuncio, pubblicato ieri sul sito della Presidenza del consiglio dei ministri, era già  stato trasmesso in forma scritta ai presidenti di Camera e Senato scatenando l’ira dell’ex ministro dei Beni Culturali, Giancarlo Galan, improvvisamente redivivo difensore dei soldi «scippati alla cultura» e «virati» sul sistema carcerario. Un comunicato, quello di ieri, che è una risposta indiretta all’alleato pidiellino: «Non sono stati toccati i fondi del Ministero per i Beni culturali, – si legge sul sito di Palazzo Chigi – né sono state tradite in alcun modo, né da questo né dal precedente governo, le attese degli italiani che hanno destinato la quota dell’8 per mille alle esigenze dello Stato: tali sono la Protezione civile e l’edilizia carceraria». Date le circostanze, ha avvisato in sostanza Monti, non è il caso di procedere con la solita frantumazione del fondo destinandolo al finanziamento di centinaia di micro progetti. Meglio concentrare gli sforzi. Dunque, dei 145 milioni di euro che i contribuenti hanno assegnato allo Stato «più della metà  del fondo (64 milioni di euro) è stato destinato alla Protezione civile per le esigenze della flotta aerea antincendi durante il precedente Governo». Soldi che a fine 2010 si resero necessari per avviare il bando di gara europeo per la gestione dei 19 Bombardier CL-415, i Canadair utilizzati per domare gli incendi boschivi e non più a disposizione del Dipartimento di Protezione civile a causa del fallimento della ditta che li gestiva, la Sorem e San di Giuseppe Spadaccini, imprenditore pescarese vicino a Guido Bertolaso coinvolto in una maxi inchiesta per frode fiscale. Mancano al conteggio circa 24 milioni di euro, già  spesi dal governo Berlusconi. Gli altri 57, appunto, serviranno a finanziare la costruzione di nuovi padiglioni penitenziari e a bonificare – si spera – quelli esistenti. All’analisi del decreto legge entrato in vigore il 23 dicembre scorso, che comincerà  l’iter questa mattina a Palazzo Madama, sarà  presente la stessa ministra di Giustizia Paola Severino firmataria anche di un decreto legislativo per la revisione delle circoscrizioni del giudice di pace e per velocizzare il processo civile, soprattutto allo scopo di snellire i contenziosi derivanti dal sovraindebitamento di imprese e famiglie e dal conseguente recupero dei crediti. Per analizzare i due pacchetti di misure approvati dal consiglio dei ministri il 16 dicembre scorso questa mattina i senatori della commissione Giustizia ascolteranno i corpi di polizia, carabinieri e guardia di finanza, i magistrati dell’Anm, il Consiglio nazionale forense e l’Organismo unitario dell’avvocatura. Le maggiori novità  del decreto legge riguardano l’uso delle camere di sicurezza delle forze di polizia per gli arrestati in attesa del processo per direttissima allo scopo di evitare l’andirivieni di migliaia di detenuti in cella anche solo per poche ore, e un ampliamento da 12 a 18 mesi di pena residua, da commutare in detenzione domiciliare, del cosiddetto «svuota carceri» ideato dall’allora ministro Alfano, che permetterebbe di far uscire dalle celle più di tremila reclusi.

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