Monti: “Niente tabù sull’articolo 18 liberalizzare per ridurre roccaforti e presto un intervento sulla Rai”
ROMA – Riforma del lavoro «senza tabù» per creare occupazione e lotta «senza quartiere» all’evasione fiscale pur evitando «inutili esibizionismi». Sono queste le parole d’ordine di Mario Monti ospite di Fabio Fazio a “Che tempo che fa”. Sulle liberalizzazioni il premier auspica «un disarmo multilaterale di tutte le corporazioni che possa consentirci di dare più spazio alla concorrenza e ai giovani». Il Professore annuncia a breve una riforma della Rai («non era l’urgenza numero uno perché c’erano incombenze più urgenti, mi dia qualche settimana e vedrà », dice a Fazio) e assicura che il sistema bancario italiano «è tra i più stabili» del continente.
Poche battute, risposte a 360 gradi, il Monti che va in onda la domenica sera ricorda che quando è arrivato a Palazzo Chigi il Paese versava in condizioni gravissime. Ora, invece, grazie al decreto “salva Italia” c’è la «tranquillità delle cose raggiunte», tanto che «non servono altre manovre», e che anche le nostre banche – così esposte in questi giorni ai venti dei mercati – non corrono rischi di default.
Servono invece misure per la crescita. Si partirà dalle liberalizzazioni per demolire le «roccaforti» che ancora oggi proteggono le categorie. Il suo governo – dice Monti – può farcela (anche se parlare di ottimismo «è una parola forte») perché è «strano», ovvero non politico e quindi libero dal dover tutelare determinate categorie. Insomma, «può permettersi di presentare un disegno al Paese sperando che venga capito». Si agirà «contemporaneamente su molti fronti», spiega, e un primo pacchetto di liberalizzazioni arriverà entro l’Eurogruppo del 23 gennaio.
Segue la riforma del mercato del lavoro – che chiama «modernizzazione» – nella quale il governo procederà «senza dogmi» e senza voler dividere i sindacati: anzi, cercheremo la «condivisione». Sull’articolo 18 Monti dice: «Abbiamo un atteggiamento mentale per il quale non abbiamo tabù e in questo senso il ministro Fornero aveva citato anche l’articolo 18. In passato queste materie erano dominate da simboli importanti ma in questa fase non abbiamo bisogno simboli bensì di lavoro non precario per i giovani. Ecco perché la nostra azione sarà rivolta non solo a enunciazioni di principio ma anche agli effetti economici sulla competitività e sulla creazione di vera e durevole di occupazione».
Monti commenta il blitz della Finanza a Cortina dicendo che la ricchezza in Italia dovrebbe essere più rispettata e motivo di orgoglio, come nel mondo anglosassone, ma solo se paga le tasse perché «niente più dell’evasione danneggia la convivenza civile e l’immagine dell’Italia all’estero». Il premier annuncia «lotta senza quartiere» contro gli evasori ma chiede di evitare «inutili esibizionismi, se mai ce ne sono stati».
Dunque rigore e crescita per salvare il Paese. Ma serve che anche l’Europa si muova per salvare l’euro. Questo, annuncia, Monti, dirà mercoledì «in un discorso tra pari» alla Merkel: «L’Italia è lungi dal tenere comportamenti irresponsabili e la Germania trae grandi benefici dall’integrazione europea, dal mercato unico e dall’euro». Monti ricorda quindi che il suo governo (cambiando rotta rispetto a quello Berlusconi) è pronto a discutere di Tobin Tax – la tassa sulle transazioni finanziarie voluta dalla Francia e invisa alla Gran Bretagna – ma solo se viene introdotta a livello Ue. Approccio diverso, come ricorda lo stesso premier, da quello di Sarkozy. Monti chiude la sua apparizione televisiva ribadendo di non avere intenzione di candidarsi quando lascerà Palazzo Chigi ma dice di rispettare «sempre di più la politica» e di provare una certa «pena» per i politici «trattati così male dall’opinione pubblica». Per questo la sua grande ambizione è «riconciliare politica e cittadini».
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