Monti chiama Cgil, Cisl, Uil e Ugl «Serve un’intesa in tempi stretti»
ROMA — È stato un Capodanno romano all’insegna del riposo in famiglia per Mario Monti, ma senza mai staccare del tutto la spina. E senza dubbio il conforto politico più importante al suo lavoro è venuto dal discorso di fine anno di Giorgio Napolitano. Soprattutto su due fronti: quello dell’Europa e quello del lavoro, dove lo attende il confronto con i leader sindacali che ieri sera sono stati chiamati per assicurare la ricerca della «massima intesa» ma al tempo stesso incalzarli sull’urgenza dovuta alla crisi. Il premier è stato tra i primi a telefonare sabato sera al Presidente per complimentarsi facendo sapere che si trattava di «buone indicazioni di lavoro». E subito dopo ha reso pubblico il suo commento con una nota: «Si è trattato di un messaggio forte che, provenendo dalla personalità più rispettata e amata dagli italiani, infonde fiducia nell’affrontare i sacrifici necessari per il futuro dei nostri figli, e accresce ulteriormente la motivazione del governo». Il sostegno del Capo dello Stato aiuterà ad affrontare un gennaio fitto di appuntamenti internazionali. Perché nel suo messaggio Napolitano ha messo in guardia da «anacronistiche chiusure e arroganze nazionali» e ha detto che «è tempo che da parte di tutti in Europa si prendano sul serio e si apprezzino» gli sforzi italiani per il risanamento del debito, la stabilità finanziaria e le riforme strutturali. In condizioni «di parità ». Ed è esattamente lo spirito con cui Monti si recherà venerdì prossimo a Parigi, dove incontrerà il presidente francese Sarkozy. Insieme al suo staff già da oggi metterà a punto la visita che potrebbe segnare una prima accelerazione del ruolo che l’Italia vuole avere, appunto, «in piena parità » con i partner europei sulle soluzioni della crisi. In altre parole, nonostante lo spread che resta altissimo, gli altri Paesi dell’Unione, in primo luogo Francia e Germania, devono tenere nella giusta considerazione le proposte italiane di soluzione della crisi. Anche perché, a differenza dai primi incontri, giudicati pure positivi, ora Monti potrà far valere la manovra già approvata dal Parlamento e illustrare il percorso del suo «cresci Italia», anche se è ancora da mettere a punto. Ma la trasferta parigina, nella quale sarà accompagnato dal ministro per lo Sviluppo economico Corrado Passera, darà l’occasione a Monti di parlare di crisi e di crescita con un suo intervento alla quarta edizione del convegno «Nuovo mondo» organizzato dal ministro dell’Industria francese Eric Besson. Sarà solo il primo appuntamento internazionale, in vista dell’eurogruppo del 23 gennaio dove si riprenderà il discorso sul «fiscal compact» e il fondo salva-Stati. Il 18 il premier incontrerà il premier inglese Cameron, mentre entro fine mese potrebbe anche andare negli Stati Uniti. Una data già fissata da tempo è quella della visita in Libia del 21 gennaio. Si era parlato nei giorni scorsi di una revisione dei contratti con l’Eni, ma anche ieri sono arrivate rassicurazioni: non riguarderebbero gli accordi per il petrolio e il gas ma due interventi sociali concordati a suo tempo con la fondazione Gheddafi e che, per ovvi motivi, sono da rinegoziare. Ma si tratta di una visita molto delicata per gli innumerevoli impegni già presi con Tripoli dai precedenti governi. Il secondo sostegno del Presidente, quello sul fronte del mercato del lavoro, servirà a Monti nel confronto certamente non facile che avrà con i sindacati nei prossimi giorni, avendo Napolitano invitato questi ultimi ad uno «slancio costruttivo». Già ieri però il premier ha chiamato i quattro leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl per far capire quali sono i termini del confronto: ricerca della «massima intesa» sui temi del lavoro e dell’occupazione, ma «esigenza di operare con la sollecitudine imposta dalla situazione». Da oggi quindi nuovamente al lavoro con il suo staff a Palazzo Chigi sui non pochi dossier aperti, dopo due giorni passati con la famiglia. L’ultimo dell’anno in visita al Quirinale, dove ha avuto modo di fare gli auguri personalmente a Napolitano e ieri a Villa Borghese con figli e nipotini, prima di recarsi nella basilica di San Pietro, dove è stato accolto dal presidente del Governatorato, monsignor Giuseppe Bertello, e ha reso omaggio alla tomba di Giovanni Paolo II. Roberto Zuccolini
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