by Editore | 26 Gennaio 2012 7:53
ROMA – Via libera dalle commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera al decreto Milleproroghe, con alcune modifiche, qualche sorpresa e un agguato al governo, che va sotto su un emendamento in favore degli esuli italiani dalla Libia. Il decreto, sul quale il governo ha chiesto la fiducia, verrà votato questa mattina in Aula con voto nominale ed entro martedì dovrebbe essere approvato. Poi andrà al Senato. Piero Giarda, ministro dei Rapporti col Parlamento, ha detto che il governo «si riserva, nel corso del successivo iter, di svolgere i dovuti approfondimenti sui profili di copertura finanziaria del testo, con particolare riferimento a uno degli emendamenti approvati». E viaggia verso l’approvazione del Consiglio dei ministri di venerdì anche il decreto sulle semplificazioni, che contiene tra l’altro il ritorno della social card, con una dote di 50 milioni di euro e la proroga fino al 2013 del bonus per le assunzioni al Sud.
Ma il decreto Milleproroghe uscito dalle Commissioni sembra un decreto incompiuto perché scioglie solo in parte il nodo delle pensioni dei lavoratori “esodati”, quelli che stavano sulla via della pensione, ma sono rimasti travolti dalla riforma Monti-Fornero. Il nuovo Milleproroghe, passato ieri in Commissione, ne salva infatti solo una parte. È Pier Paolo Baretta, capogruppo del Pd in commissione Bilancio, a segnalare il passo indietro. Nel vecchio testo emendato, ha spiegato l’onorevole del Pd, tutti i lavoratori che avevano sottoscritto accordi di esodo avrebbero potuto accedere alla pensione con le vecchie regole. Ora, al contrario, sono salvi solamente coloro che hanno risolto il proprio rapporto di lavoro entro il 31 dicembre del 2011. Come dire che chi ha sottoscritto accordi prima del 6 dicembre, ma destinati a scattare dopo il 31/12/2011, rimane fuori, non potrà usufruire delle vecchie regole per andare in pensione. Il pericolo, per questi lavoratori che oggi vivono in un limbo, è rimanere anche sei anni senza stipendio e senza pensione. Anche la Cgil chiede una modifica al Senato, perché nella nuova versione «si tagliano fuori tutti coloro che pur in costanza di rapporto di lavoro al 31/12/2011, sono tuttavia vincolati ad accordi di esodo».
Non ci sarà invece l’aumento dei contributi per i lavoratori autonomi, che non piaceva né al governo né al Pdl e che nel vecchio testo avrebbe dovuto coprire o meglio finanziare il “salvataggio” dei lavoratori precoci e “esodati”. Sarà un incremento delle accise sulle sigarette a pagare il “costo” delle pensioni.
Obiettivo del decreto semplificazione è invece ridurre gli oneri amministrativi ed economici per cittadini e imprese. Si parte con l’eliminazione di 333 leggi inutili, si istituisce un commissario ad hoc cui i cittadini potranno portare le loro lamentele in caso di lungaggini dell’amministrazione pubblica, si accorciano i tempi per il cambio di residenza e la data di scadenza dei propri documenti sarà il giorno del compleanno.
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