Ma la Germania vuole la linea dura: rigore e poi aiuti

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BRUXELLES — Poche righe, durissime e con una goccia di veleno che somiglia a un larvato ricatto. «I Paesi dell’Eurozona si impegnano ad accelerare il processo di ratifica in modo che i due Trattati complementari sull’Esm (European stability mechanism; ndr) e sull’Unione economica rafforzata entrino in vigore nello stesso tempo. La ratifica di quest’ultimo Trattato è quindi pre-condizione per ricevere assistenza nel quadro dell’Esm». Il documento, un pugno sul tavolo, è firmato dal governo tedesco e comincerà  a essere discusso da domani nella seconda riunione a Bruxelles tra i rappresentanti dei governi, della Commissione e del Parlamento europeo. Al centro del negoziato il tentativo di trasformare l’intesa tra i 26 Paesi Ue (tutti tranne il Regno Unito) in un testo articolato sulla governance economica. In sostanza la Cancelliera tedesca Angela Merkel non solo rilancia sul rigore, ma arriva a collegare due strumenti che finora erano rimasti distinti. Da una parte il nuovo fondo di stabilizzazione, una sorta di Fmi all’europea, istituito dai 17 Paesi dell’Euro l’11 luglio del 2011 e che al momento dovrebbe entrare in vigore nel luglio 2012 per aiutare i Paesi più in difficoltà  a stabilizzare gli equilibri finanziari. Dall’altra una più severa disciplina di bilancio, con vincoli aggiuntivi rispetto a quelli già  previsti dalle norme comunitarie. 
La mossa tedesca rischia oggettivamente di complicare il confronto tra i partner europei. Angela Merkel ne discuterà  a Berlino lunedì 9 gennaio con il presidente francese Nicolas Sarkozy e, due giorni dopo, sempre nella capitale tedesca, con Mario Monti. Per il premier italiano il tour europeo si annuncia, dunque, molto impegnativo. Anche il governo di Roma ha presentato emendamenti al nuovo Trattato. Nell’intesa del 9 dicembre si prevede l’obbligo di ridurre ogni anno lo stock del debito nella misura di un ventesimo dal livello attuale alla soglia del 60% (uno dei parametri di Maastricht). Il governo Monti vuole cambiare questa disposizione, semplicemente insostenibile per l’Italia che sarebbe costretta a varare, per almeno dieci anni, manovre da 45 miliardi solo per mettersi al passo con l’Europa. Il problema è che nei giorni scorsi la Cancelliera tedesca ha fiutato strani movimenti tra i colleghi degli altri Paesi, concludendo che è in atto un tentativo di riportare nel quadro delle procedure Ue la nuova disciplina di bilancio. Merkel, a quel punto, ha deciso di ribaltare il fronte, presentando a sua volta emendamenti ancora più restrittivi. 
È probabile, dunque, che la Cancelliera voglia sapere da Monti come si schiererà . Il premier italiano è disponibile a mettersi in scia all’asse franco-tedesco? Oppure «ripiegherà » (sempre dal punto di osservazione di Berlino) sulla posizione sostenuta dall’Europarlamento, dalla Commissione e da qualche Stato come Belgio, Lussemburgo, Polonia, Irlanda e, in parte Austria e forse anche Danimarca? 
Il presidente del Consiglio italiano sembra aver intenzione di allargare il perimetro del negoziato, entrando in presa diretta con tutti gli interlocutori. Domani incontrerà  Sarkozy a Parigi e a stretto giro di posta anche il premier inglese David Cameron (Londra, 18 gennaio), un potenziale protagonista che sembra finito in una specie di quarantena politica. 
I risultati di questo primo tour europeo si vedranno nel Consiglio europeo di Bruxelles, fissato per il 30 gennaio.


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