Luce e gas, la riforma che manca bolletta sempre più cara e le tasse salgono
Dall’asta sulle spiagge agli orari dei negozi, il governo Monti si sta apprestando a una serie di liberalizzazioni che toccano tutti i settori della vita economica. Tranne uno, ma è quello da cui potrebbero arrivare i maggiori benefici sia per i consumatori che per le imprese, in particolare le piccole e medie. A parte un intervento sull’oligopolio dei distributori di benzina, non ci sono novità sostanziali nell’energia. E già sono polemiche, visto che l’Italia è il Paese in cui si paga sia l’elettricità che il gas a livelli molto più alto della media europea.
Non solo. La bolletta energetica complessiva del nostro Paese è sempre più cara: nell’anno che si è appena concluso è salita del 30 per cento, ritoccando così il suo massimo storico a quota 60 miliardi, quasi mille euro per abitante, neonati compresi. E non è detto che nel 2012 non sia peggio: secondo le previsioni dell’Unione petrolifera, se i prezzi del greggio non subiranno un raffreddamento (cosa per il momento altamente improbabile), la bolletta energetica del paese arriverà a 65 miliardi. Gli ultimi due governi ci hanno messo del loro: il governo Monti aumentando le accise su benzina e gasolio, mentre l’esecutivo Berlusconi ha reintrodotto la Robin Tax sulle società dell’energia.
Eppure, nella manovra che viene messa a punto in queste ore non ci sono quei provvedimenti che gli addetti ai lavori si aspettavano e che, spingendo sul lato della concorrenza, potrebbero favorire una diminuzione dei prezzi. Nemmeno la vendita della rete di trasporto del gas da parte di Eni, l’operatore dominante del settore, da tutti considerata come la mossa fondamentale per aprire definitivamente il mercato. «Ci sono altri modi per abbassare le tariffe», ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà , mostrando di non gradire lo scorporo. Ma, ancora, non ha detto quali.
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