«Sarà  il nostro trattato di Kyoto così potremo vivere meglio»

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Teme imprevisti?
«Degli imprevisti ci possono essere ma mi auguro di no, così come mi auguro che i cittadini, anche quelli che hanno sollevato delle perplessità , abbiano un atteggiamento positivo sapendo che ci sono 60 giorni di tempo per chiarire tutti i dubbi».
Perché gli arrabbiati dovrebbero cambiare idea?
«Perché siamo consapevoli e convinti che la città  avrà  grandi vantaggi. A partire da un bene fondamentale come la salute. Eviterà  morti e permetterà  di vivere bene e in maniera meno difficile la città . In prospettiva avremo una Milano più accogliente sia in centro sia in periferia. Mi sento di dire ai cittadini che se ci aiuteranno, se riusciremo a collaborare, aumenteremo i vantaggi e diminuiremo i disagi».
Discorso teorico. In pratica?
«Le faccio un esempio personale: quando in Parlamento si doveva votare l’obbligatorietà  del casco, io motociclista maggiorenne avevo tante perplessità , la sentivo come una privazione di libertà , tanto che mi sono astenuto. Poi quando ho letto le statistiche sulle diminuzioni dei morti, dei traumi cranici, ho immediatamente cambiato idea. Oggi, nessuno è più contrario all’obbligatorietà  del casco. Questo per dire che quelli che all’inizio possono sembrare disagi si possono superare in vista del bene collettivo».
Lei abita all’interno di Area C. Pagherà  il ticket?
«Non ci sarà  nessuna esenzione né per me né per gli assessori. Quando userò la mia auto non usufruirò di nessun vantaggio rispetto agli altri residenti di Area C».
A proposito di residenti del centro. Sono in rivolta contro il provvedimento: ritengono una follia dover pagare per tornare a casa. Il Pd li ha accusati di essere dei radical chic. Condivide?
«No. Semplicemente si oppongono a una cosa che ritengono ingiusta. Ne comprendo le ragioni, ma il problema è di cercare di condividere il più possibile i vantaggi che ci saranno per tutti: il traffico sarà  più celere, l’aria più pulita, i mezzi pubblici più efficienti. Anche per chi abita in centro. Voglio però ricordare che circa l’81 per cento dei residenti in centro ha votato sì al referendum ambientale. Bisogna trovare un punto d’equilibrio tra esigenze diverse, ma partendo da un punto fermo: l’Area C può diventare l’avamposto del futuro e Milano potrà  tornare a essere un punto di riferimento per tutta Italia. Milano deve essere orgogliosa di essere la prima città  italiana a indicare la strada».
Passiamo a chi in centro non abita e deve entrare nell’Area C per lavoro. È una tassa sui lavoratori?
«Al limite può essere un pedaggio… Il lavoratore che usa l’autostrada per andare sul posto di lavoro paga il pedaggio, chi entra in centro, al di là  di Area C, paga già  il parcheggio. Quello che sembrava anomalo un tempo, come pagare per parcheggiare per strada, oggi è normale. Posso assicurare però che tutti i proventi di Area C verranno utilizzati per il potenziamento della mobilità  sostenibile. Non si vuole imporre niente a nessuno, ma si vuole solo convincere le persone a utilizzare la città  nel modo migliore possibile. Tenendo conto che l’aria è di tutti, così come il territorio».
Non è che avete corso troppo in fretta? Magari qualche mese in più avrebbe permesso di chiarire i tanti dubbi che ci sono ancora su chi deve pagare, sulle esenzioni…
«La delibera è di novembre. Ne abbiamo parlato tantissimo. In realtà  pochi credevano che mantenessimo l’impegno. Quando si è capito che saremo andati avanti solo allora alcuni cittadini hanno cominciato a porsi e porci le domande. È normale».
Se dopo 18 mesi di sperimentazione Area C non dovesse dare i risultati sperati è pronto a fare un passo indietro e cancellare la congestion?
«Ogni mese faremo un monitoraggio e tra sei mesi un’analisi complessiva: aumenteremo gli elementi positivi e diminuiremo quelli negativi. E dopo 18 mesi, ascoltando di nuovo la cittadinanza, prenderemo le decisioni migliori nell’interesse di tutta la città . Per questo chiedo la collaborazione dei cittadini, anche di chi è perplesso. E li ringrazio fin da ora».
I mezzi pubblici di Atm resisteranno all’impatto?
«In centro abbiamo la migliore rete di tutt’Italia. L’abbiamo rafforzata. Il presidente Bruno Rota e i lavoratori Atm si sono impegnati allo spasimo. Siamo pronti. Oggi, l’ordine è quello di stare tutti con gli occhi e le orecchie aperte. Auguriamoci che tutto vada bene perché così a Milano si vivrà  meglio».


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