«Sacrifici ragionevoli, non è una giungla»

by Editore | 21 Gennaio 2012 12:11

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ROMA — La sala è la stessa, quella delle lacrime del ministro Fornero. Ma stavolta non ci sono fuori programma in conferenza stampa e Mario Monti attacca che sembra proprio un professore: «L’economia italiana è stata per decenni frenata da tre grandi vincoli: insufficiente concorrenza, inadeguatezza delle infrastrutture, complicatezza delle procedure». E se la fase due prova a superare queste strettoie, offrendo una «liberazione da tasse occulte e una moderazione del costo della vita», il vero obiettivo resta la crescita. Di stime ne girano parecchie ma più tardi, nello studio di Otto e mezzo, Monti ricorda quelle più ambiziose: «Ocse e Bankitalia dicono che se l’Italia arriva ad un grado di flessibilità  nei servizi come negli altri Paesi ci sarà  un aumento della produttività  del 10% nei prossimi anni e, grosso modo, del 10% anche del prodotto». Non ci sono soltanto numeri, però.
Secondo il presidente del Consiglio le liberalizzazioni vogliono dire «sacrifici ragionevoli e benefici grandi», «non significano introdurre un po’ più di giungla per favorire l’economia ma eliminare barriere». E soprattutto «non sono solo una grande azione economica ma anche una grande azione sociale». Se tassisti e farmacisti continuano a protestare («vanno messe in conto le reazioni negative»), il decreto è pensato per la «categoria meno rappresentata di tutte, quella dei giovani o dei non ancora nati». È per questo che dopo aver ricordato l’incoraggiamento di Giorgio Napolitano, un po’ a sorpresa Monti cita il giudizio positivo di Carmelo Lentino aggiungendo, mentre in sala molti già  si chiedono chi sia, che si tratta di un consigliere del Forum nazionale giovani. Le nuove regole sulla semplificazione arriveranno la prossima settimana con un altro decreto. Ma il presidente del Consiglio nega che questo sia il frutto di un «inciampo» in una seduta del Consiglio dei ministri durata otto ore. Già  lunedì, però, si apre un altro fronte: la riunione con le parti sociali sul mercato del lavoro. Su questo Monti prova a smussare gli spigoli: «Non prevedo che quella dell’articolo 18 sia una questione esclusiva e preminente».
Nella trasmissione de La7 c’è più spazio per la politica. Cosa succede in caso di crisi di governo? «Posso immaginare che per l’Italia possa essere un problema ma non credo sia all’orizzonte», dice il premier che confessa di «non sentisi esaminato dalla Merkel» e invita i partiti a «collaborare», anche su «quei temi che non sono nelle mani del governo come la riforma elettorale». Ma davanti alle telecamere Monti accetta di parlare un po’ anche del suo privato. Racconta che al «suo primo esame politico» prevedeva di «essere abbastanza teso ma per una qualche ragione, evidentemente esistono superiori benedizioni, mi sono sentito calmo». Presidente, le chiede in chiusura Lilli Gruber, lei è massone? «Ho saputo che una delle ricerche di Google associa il mio nome alla massoneria. Devo però ammettere una lacuna: non so cosa sia la massoneria, ma so di non essere massone e non so nemmeno come valutare se uno lo sia oppure no».

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