ll diario di Carlo Levi
Carlo Levi è stato sicuramente un protagonista della vicenda artistica, culturale e politica del Novecento italiano. E, dopo il centenario della sua nascita nel 2002 quando furono pubblicati da Donzelli meritevoli volumi di inediti del pittore e scrittore torinese, è sembrato cadere su di lui il silenzio classico di chi si allontana dal nostro tempo sempre di più. Naturalmente in questo alternarsi di riscoperta e oblio c’è un vizio tutto conservatore, frutto dell’incapacità di rileggere un autore alla luce della contemporaneità . Giovanni Russo, giornalista e scrittore, sicuramente è lontano da questo vizio. Lo dimostra questo volume (Carlo Levi segreto, Dalai, pp. 156, euro 16,50) dedicato al suo amico e nume tutelare di tante inchieste giornalistiche sul Meridione italiano.
È un libro, arricchito da un nucleo centrale di foto, che ripercorre tutta la vicenda del Levi azionista e cospiratore antifascista, confinato e meridionalista, giornalista e pittore. Nei 22 pezzi che compongono questo puzzle leviano, spicca il rapporto dell’autore di Cristo si è fermato a Eboli con il poeta triestino Umberto Saba, rivisitato attraverso lo scrupoloso libro di Silvana Ghiazza Carlo Levi e Umberto Saba – Storia di un’amicizia. Oppure il rapporto fantasioso di Levi con gli animali riemerso magnificamente nel libro postumo Le ragioni dei topi. O ancora nell’analisi del Levi giornalista, già messa bene in luce in un volume di alcuni anni fa (La strana idea di battersi per la libertà ) curato da Filippo Benfante per l’editore Spartaco. I testi di Giovanni Russo si concentrano, ovviamente, sull’odierna condizione meridionale, totalmente diversa da quella conosciuta da Levi negli anni Trenta del secolo scorso, perché segnata da un progresso malato di urbanesimo caotico, di desertificazione delle zone appenniniche e di evaporazione di quel nucleo produttivo dato dal mondo contadino che era in fondo la sentinella del Sud. Carlo Levi segreto contiene, implicitamente: quello di ripubblicare, corredatato dai disegni originali mancanti nelle edizione di Einaudi, di quel libro così anomalo ma pieno di interesse che è Quaderno a cancelli.
Related Articles
Se il rapporto col denaro è lo specchio dell’anima
Due saggi ci raccontano come siamo condizionati mentalmente e nelle decisioni dal nostro rapporto con i soldi. Ecco perché questo ci fa commettere degli errori. Soffriamo molto di più per una perdita di quanto siamo felici per un guadagno. Tra gli elementi che determinano instabilità c’è la nostra incapacità di fare previsioni
Gramsci e il «taccuino scomparso» prove inoppugnabili, non scoop
Sorprende il tono, per lo più risentito, che sfocia nelle pagine di «la Repubblica» quando si tratta del numero dei Quaderni di Gramsci: fioccano espressioni quali «voglia di scoop», «si legge sotto traccia», «sarebbe più serio», ecc. (da ultimo l’intervista a Joseph Buttigieg dell’altro ieri). Vorrei venire incontro al desiderio di conoscenza che comunque si coglie «sotto traccia» dietro codeste uscite un tantino sovreccitate.
PERCHà‰ HO SCRITTO IL ROMANZO DEGLI ULTIMI