«Ecco a chi davo soldi e gioielli»

by Editore | 4 Gennaio 2012 9:31

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ROMA — Ha svelato il pagamento delle tangenti, i favori, i regali preziosi. Ha ricostruito il “sistema” di spartizione degli appalti gestiti dal provveditorato ai Lavori Pubblici, l’ormai famigerata “Ferratella” guidata fino al 2009 dal potente Angelo Balducci. Poi ha indicato i nomi degli alti funzionari a “libro paga” inserendo nella lista anche personaggi che ricoprono tuttora incarichi di rilievo nei ministeri. Francesco Maria De Vito Piscicelli, l’imprenditore “sciacallo” della notte del terremoto de L’Aquila che il 26 dicembre scorso è atterrato con il suo elicottero sulla spiaggia di Ansedonia, sta collaborando con i magistrati romani che indagano sui Grandi Eventi. L’uomo sempre al centro di mille polemiche ha cominciato a parlare in gran segreto un paio di mesi fa. E le sue rivelazioni avrebbero già  trovato i primi riscontri aprendo la strada a sviluppi che potrebbero essere clamorosi. 
Soldi, assunzioni 
e gioielli
Accade tutto agli inizi di novembre. Piscicelli è sotto processo a Firenze per i lavori della scuola dei Marescialli, la sua azienda naviga in acque agitate e lui decide di prendersi una rivincita su chi, sostiene, lo ha «costretto a pagare per cercare di lavorare». Si presenta di fronte ai pubblici ministeri del pool coordinato dal procuratore aggiunto Alberto Caperna e annuncia di voler «vuotare il sacco». Le carte processuali sui lavori pubblici assegnati sono già  decine di migliaia, le inchieste condotte dagli inquirenti di Toscana e Umbria hanno già  consentito di svelare come decine di appalti siano stati affidati in cambio di contropartite versate dai costruttori, in testa Diego Anemone. Ma Piscicelli aggiunge dettagli inediti, conferma i sospetti emersi ascoltando le telefonate intercettate ma che finora non avevano mai trovato riscontro. 
«Per ottenere lavori – esordisce – ho sempre dovuto dare in cambio soldi e gioielli, ma anche assumere figli e parenti di chi gestiva le pratiche. Il progettista dei lavori che mi avevano assegnato in occasione dei Mondiali di Nuoto mi è stato imposto da uno dei funzionari della Ferratella». Quello delle assunzioni dei figli dei potenti è uno dei capitoli inediti, l’imprenditore fa nomi e mansioni. Poi si concentra sulle dazioni di denaro e rivela di aver pagato tangenti all’allora commissario Claudio Rinaldi, già  sotto processo a Perugia. E ancora, svela l’identità  di giudici amministrativi e contabili che avrebbero preteso macchina con autista, vacanze pagate, orologi e preziosi per assicurare l’interessamento riguardo ad alcune pratiche. Durante le indagini condotte dalla magistratura di Firenze e terminate nel 2009 con l’arresto di funzionari e costruttori e il coinvolgimento di alcuni politici, compreso il coordinatore del Pdl Denis Verdini, fu fotografato mentre usciva da una famosa gioielleria di Roma con orologi destinati a un alto funzionario. Ora spiega che quello non era un episodio isolato e fornisce altri dettagli sui destinatari dei suoi preziosi regali. 
Gli accordi
per i “ribassi”
I magistrati affidano gli accertamenti ai carabinieri del Ros di Firenze che conoscono perfettamente la vicenda visto che hanno seguito sin dall’inizio le indagini, riuscendo a ricostruire le procedure illecite che sarebbero state seguite per assegnare i lavori sempre alle solite aziende. Una traccia di questo “sistema” era già  emersa nelle intercettazioni, quando lo stesso Piscicelli comunicava anticipatamente a Riccardo Fusi, patron della Btp, il ribasso necessario a far vincere una gara per il Palazzo della Musica di Firenze che poi si aggiudicherà  la Giafi di Valerio Carducci. Piscicelli conferma ora di aver «partecipato ad alcune gare con le cosiddette “offerte di appoggio”, vale a dire con preventivi che sapevo essere perdenti. I f unzionari della Ferratella mi dicevano in anticipo che non avrei vinto, ma mi chiedevano di esserci comunque. Era una copertura». 
È la trattativa privata “mascherata” che serviva ad occultare gli accordi preventivi con gli imprenditori. Una strategia messa a punto dai vertici del Provveditorato nella quale Anemone aveva un ruolo primario, ma anche altri partecipavano sia pur con ruoli defilati. Le verifiche del Ros si concentrano adesso sui lavori ottenuti da Piscicelli, compresa la ristrutturazione della caserma della Guardia di Finanza a Oristano. Ma soprattutto sui conti bancari delle persone indicate dall’imprenditore e sui contratti di assunzione e di consulenza stipulati negli ultimi tre anni. Alcune verifiche sono già  terminate. E i risultati hanno già  fornito riscontri al le rivelazioni verbalizzate.

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