La grande sfilata delle Cassandre in gara sulle previsioni al ribasso

by Editore | 26 Gennaio 2012 8:25

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Con ripercussioni inevitabili sul resto dell’economia globale. 
Nella mitologia greca Cassandra, figlia di Priamo, re di Troia, e di Ecuba, aveva ricevuto dal dio Apollo, che si era invaghito di lei, il dono della profezia. Ma poi, quando non mantiene la promessa di sposarlo, Apollo decide che nessuno le crederà  più. Oggi è una Cassandra chi vede cupo, preannuncia guai o minaccia disastri, indipendentemente dal fatto che poi le previsioni si avverino. 
«Cassandra Lagarde», intitolava ieri il Wall Street Journal in un editoriale. Nel mirino del giornale Usa il monito lanciato da Berlino dal numero uno del Fondo monetario internazionale. Senza azioni radicali, il mondo andrà  incontro alla prospettiva di un’altra Grande Depressione, aveva messo in guardia Lagarde lunedì. E il giorno dopo il Fmi ha ribassato tutte le stime sulla crescita dell’economia globale per il 2012, e chiesto all’Europa di rafforzare il fondo salva Stati. «Il pessimismo è nell’aria di montagna», titolava ieri il Financial Times. È l’aria di Davos, visto che un sondaggio tra alcuni economisti che partecipano al World Economic Forum rileva quanto siano sfiduciati sul futuro, nonostante l’umore sui mercati finanziari sia migliorato nel 2012 e i dati economici abbiano superato le attese. Carmen Reinhart, senior fellow al Peterson Institute for International Economics, prevede un «seria stretta economica o un altro anno di alta disoccupazione, debole crescita e ripresa ritardata in generale tutte le economie avanzate». Il Nobel per l’economia Joseph Stigliz mette in guardia contro il rischio di «un nuovo crunch», peggiorato dalla «debolezza di risposte politiche appropriate». Kenneth Rogoff dell’Università  di Harvard si chiede se finalmente l’eurozona si sveglierà  e realizzerà  che almeno due o tre Paesi periferici necessitano di enormi svalutazioni e possibilmente di «un sabbatico dall’euro». La Cassandra del giorno? Ieri a Davos il miliardario George Soros è arrivato a dire che la Grecia sarà  espulsa dall’euro entro quest’anno. Non è una posizione isolata. Atene è il bersaglio preferito dei catastrofisti del nostro tempo. Il tedesco Hans Werner Sinn, direttore generale dell’Istituto di ricerca economica Ifo, ha sentenziato più volte che «il rischio di spaccatura è concreto». A suo modo di vedere la fine dell’eurozona non è questione di «se» ma solo di «quando». E per lui la Grecia dovrebbe uscire immediatamente. 
Mohamed El-Erian, ex economista del Fmi e ceo di Pimco, il maggiore gestore di bond del mondo, di solito centra le sue previsioni. L’ultima volta, in estate, all’indomani del downgrade del debito sovrano americano da parte di Standard & Poor’s aveva pronosticato che la Francia sarebbe stata il prossimo Paese a perdere la tripla A. E’ successo un paio di settimane fa. Ed El-Erian sostiene ormai da quasi due anni che Atene deve abbandonare, almeno temporaneamente, la moneta comune per salvarsi e salvare l’eurozona. Che dire delle agenzie di rating? Da S&P a Moody’s a Fitch, i loro ammonimenti sono profezie che si auto-avverano immancabilmente. Perfino i politici, una volta i primi a promettere un futuro più roseo, di questi tempi sono iscritti ai club dei tenebrosi. Quest’anno, presagiscono, sarà  pieno di insidie. La cancelliera tedesca Angela Merkel nel suo discorso di fine anno ha predetto che «il 2012 sarà  più difficile per l’eurozona del 2011», ma rifiuta di rafforzare il fondo salva Stati. Per il presidente francese Nicolas Sarkozy è «l’anno di tutti i rischi». E il premier italiano Mario Monti ha varato un decreto per salvare l’Italia e un altro per farla crescere, avvertendo che senza riforme strutturali c’è il baratro. Un problema europeo? Forse, ma anche l’economia che corre più forte ha le sue Cassandre. Come James Chanos, fondatore del fondo Kynikos Associates, che scommette da tempo sul crollo dell’economia cinese a causa dello scoppio della bolla immobiliare. Perfino il premier indiano Manmohan Singh ha avvertito che gli indiani non devono credere che la crescita sostenuta sia garantita. 
A proposito, Cassandra aveva previsto la distruzione di Troia, ma nessuno le ha creduto.

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