Intervista a Ignazio Marino (Pd): «Basta ospedali psichiatrici, svolta epocale di civiltà »
Uscirà Giovanni chiuso da 22 anni nell’Opg di Barcellona Pozzo Li Gotto che l’hanno trovato legato a una rete metallica, senza materasso e piena di ruggine con un buco in mezzo a mo’ di latrina. Uscirà Antonio che nel 1992 era entrato in un bar e simulando di avere una pistola in tasca, s’era fatto consegnare 7 mila lire. Al processo fu giudicato “incapace di intendere e di volere” e se lo sono dimenticato là dentro. Ne usciranno almeno 600 così, persone giudicate non più pericolose socialmente e però così scomode «il sistema» le ha parcheggiate negli ospedali psichiatrici. Saranno ristretti in strutture diverse, più nuove e più piccole, gli altri 700-800 detenuti.
Chiudono i sei ospedali psichiatrici giudiziari. Giù il sipario, per sempre, sugli orrori denunciati dalla Commissione sanitaria d’inchiesta sull’efficienza del sistema sanitario nazionale presieduta dal senatore Ignazio Marino.
Senatore, una nuova legge Basaglia? «Lo psichiatra Vittorino Andreoli parla di svolta epocale, di scelta di civiltà superiore a quella compiuta nel 1978 dalla legge Basaglia che chiuse i manicomi e istituì ì servizi di igiene mentale pubblici».
Lega e pezzi del Pdl dicono che il decreto Severino dopo i ladri mette in libertà anche i serial killer…
« La legge è stata votata all’unanimità in Commissione anche dalla Lega, ha avuto nel collega del pdl Michele Saccomanno uno dei sostenitori più convinti ed è stata presentata come emendamento nel decreto Severino sulle carceri dal presidente della Commissione Giustizia Filippo Berselli, pdl. Ogni deputato ne ha compreso la necessità e l’urgenza».
La svolta è arrivata con la documentazione video raccolta da lei, dalla senatrice radicale Poretti e da altri vostri colleghi quando vi siete presentati all’improvviso a Barcellona Pozzo Li Gotto, uno dei sei Opg in Italia? «Quelle immagini hanno confermato quello che molti sapevamo già . Dopo quelle immagini nessuno ha più potuto dire “non sapevo”. Credo che quel video (coraggiosamente trasmesso da Presa diretta su Rai 3, ndr) sia stato importante anche nel colloquio che ho avuto prima con il presidente Monti e poi con i ministri Severino e Balduzzi e nella loro decisione di fare della chiusura degli opg una delle priorità del governo». Quando ha incontrato Monti?
«Il 2 gennaio alle 9 del mattino. Credo di essere stato il suo primo appuntamento di lavoro del nuovo anno. In due ore e mezzo abbiamo esaminato tutto il materiale raccolto in un anno dalla Commissione. Nei giorni successivi ho incontrato il ministro Severino (Giustizia, ndr) e Balduzzi (Sanità , ndr). Hanno ascoltato ogni singola osservazione, visionato ogni fotogramma. Non c’è stato bisogno di convincerli».
Cosa succede ora veramente?
«Quando il decreto sarà legge (manca ancora il via libera della Camera, ndr) 600 persone non più pericolose socialmente tenute là dentro per
mancanza di alternative saranno affidate dal magistrato di sorveglianza ai servizi di salute mentale del territorio»
E il territorio è in grado? Ce la fa?
«Siamo in Italia, paese industrializzato, membro del G8, nessun altro paese sopporta una vergogna come la nostra. Quindi il territorio ce le deve fare».
Gli altri 7-800 che restano reclusi?
«Saranno trasferiti in altre strutture, più nuove e idonee a questo tipo di detenzione. Ad esempio con psichiatri che incontrano i detenuti con cadenza settimanale regolare e non mezz’ora al mese come succede ad Aversa. E con farmacie che prescrivono le medicine: sempre ad Aversa il medico firmava le prescrizioni una volta all’anno».
Tempi?
«L’emendamento dice che entro il 31 marzo 2013 le Regioni e l’amministrazione penitenziaria devono individuare le nuove strutture interamente a carattere ospedaliero. Il governo ha stanziato 252 milioni. Questo lavoro non può e non deve correre il rischio di essere rallentato e sono certo che ognuno farà tempestivamente la propria parte». Soddisfatto?
«E’ un passo importante nella storia della sanità e della psichiatria. Per quello che mi riguarda dà senso al mio mandato parlamentare. Resta il rammarico che per molte di loro siamo arrivati tardi». Persone come Pietro, chiuso nell’Opg di Montelupo nel 1985 perchè andava in giro vestito da donna e disturbava. Quando la Commissione l’ha scoperto, un anno fa, faceva bigiotteria con materiali riciclati. Sempre vestito da donna. Imbottito di farmaci.
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