Incompatibilità : due poltrone per un Profumo

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Da Cracovia, l’altro ieri, l’ex rettore del Politecnico di Torino ha confermato di non essere più «nè rettore, né presidente del Cnr». Il passaggio di consegne sarebbe avvenuto il 16 novembre scorso quando, a Torino, ha lasciato il bastone del comando al pro-rettore Marco Gilli, mentre a Roma affidava il Cnr a Maria Cristina Messa, docente a Medicina della Bicocca di Milano. 
Tutto questo non farebbe una piega se Profumo non avesse aggiunto di avere affidato una delega al Cnr «ad un sottosegretario». Parliamo del «maestro di strada» Mario Rossi Doria oppure di Elena Ugolini, preside del Malpighi di Bologna dal 1995? Al Cnr nessuno è a conoscenza della notizia. Quali competenze tecniche avrebbero i due sottosegretari alla scuola per ricoprire il ruolo appena evocato? Non mancheranno occasioni per chiarire il «mistero». 
Profumo ha improvvidamente aggiunto di attendere ancora «la risposta dell’Antitrust». Il più grande ente di ricerca italiano dovrà  aspettare almeno novanta giorni dalla sua nomina a ministro (quindi il 15 febbraio) per l’avvio dell’istruttoria. Non è però detto che la decisione finale sarà  presa in tempi brevi.
Nel frattempo si moltiplicano i dubbi sulla plausibilità  di questo atto. Sarà  forse per una carenza di comunicazione, ma il sottosegretario Catricalà  non sembra avere spiegato al collega che la sua ultima relazione semestrale da presidente Antitrust ha già  escluso la compatibilità  tra le cariche. Quello in atto non è affatto un «conflitto di interessi» perché l’attuale ministro sarebbe già  decaduto da presidente del Cnr, così come del resto è accaduto per la sua carica di rettore. La stessa scelta dovrebbe farla Corrado Clini, ministro dell’ambiente e presidente dello Science Park di Trieste. 
Ma allora perché perdere tempo con l’Antitrust? Profumo è in imbarazzo perché, nella sua qualità  di ministro, dovrebbe nominare un search committee per nominare, a sua volta, il proprio successore al Cnr. Il suo predecessore, il fisico Luciano Maiani, oggi presiede la commissione Grandi Rischi ed è fuori gioco. E se il governo Monti dovesse rassegnare le dimissioni? In quel caso, e in un colpo solo, Profumo perderebbe ben tre alte cariche. 
Ma i paradossi non finiscono qui. L’enfasi sulla ricerca applicata spesa da settimane in vista dei finanziamenti del programma «Horizon 2020», vedrebbero escluso proprio il Cnr senza governo, né direzione, e ormai in stallo totale. 
«Se il ministro ritiene che il suo sia un mandato a termine, in quanto componente di un governo tecnico, lo dica – afferma Domenico Pantaleo segretario della Flc-Cgil che insieme ai segretari di Fir-Cisl, Uil-Rua e Anpri ha denunciato l’incompatibilità  – questa situazione è inaccettabile per l’intero sistema della ricerca e lede il principio di autonomia degli enti di ricerca sancito dalla Costituzione. È necessario definire in tempi brevissimi l’assetto ai vertici del Cnr».


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