Immigrati, primo colpo alla Lega

by Editore | 5 Gennaio 2012 9:42

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Ad annunciarlo, ieri mattina, sono stati i ministri degli Interni Anna Maria Cancellieri e della Cooperazione internazionale Andrea Riccardi che in una nota hanno spiegato di «voler avviare una approfondita riflessione e attenta valutazione sul contributo». All’origine della decisione la consapevolezza che la crisi economica «non colpisce solo gli italiani, ma anche i lavoratori stranieri», quindi è necessario verificare se il balzello possa essere «modulato tenendo conto del reddito del lavoratore straniero e della composizione del suo nucleo familiare».
Se non è una marcia indietro rispetto al provvedimento varato dal governo Berlusconi ma voluto soprattutto dalla Lega, di certo ci assomiglia molto. E infatti le parole dei due ministri se da una parte raccolgono consensi da parte del centrosinistra e delle associazioni, dall’altra fanno letteralmente infuriare il Carroccio, che vede incrinarsi un altro dei suoi provvedimenti sull’immigrazione. Non a caso tra i primi a intervenire c’è l’ex ministro degli Interni Roberto Maroni, che usa un linguaggio non proprio da uomo delle istituzioni: «Il governo vuole cancellare il mio decreto sul permesso di soggiorno a pagamento!!!», ha scritto Maroni su Facebook abbondando in punti esclamativi. «Io dico alla ministra Cancellieri di non azzardarsi a farlo, sarebbe un atto di vera e propria discriminazione nei confronti dei cittadini padani e italiani. Quella che introduce il contributo per il documento di soggiorno degli stranieri è una legge dello Stato e non si può modificare se non portandola nuovamente in parlamento, dove la Lega farà  le barricate per impedirlo».
La rabbia leghista è comprensibile. Seppure senza premere troppo sull’acceleratore, dal governo Monti è la seconda volta che arrivano segnali che vanno in decisa controtendenza rispetto alla politica sull’immigrazione avuta fino a ieri da Maroni e dal governo Berlusconi in generale. La prima volta è stata qualche settimana fa quando sempre Riccardi, rispondendo a una domanda dei giornalisti, disse di voler rimettere mano al Trattato di amicizia con la Libia dal quale Gheddafi ha fatto dipendere la sua politica di «contenimento» dei clandestini verso le nostre coste. Ieri, la sortita sulla tassa per il permesso di soggiorno che, se applicata, costerebbe a ogni straniero tra gli 80 e i 200 euro. Ce n’è abbastanza per innervosire il Carroccio. E questo anche se, a quanto pare, l’annuncio fatto da Cancellieri e Riccardi non sarebbe stato concordato con Monti e se per ora la revisione del contestato balzello non figura all’ordine del giorno del governo. 
Ma il nervosismo leghista potrebbe essere motivato anche da altre ragioni. Dopo l’abolizione da parte della Corte costituzionale e dell’Europa di due capisaldi del Carroccio come l’aggravante e il reato di di clandestinità , ora rischiano di finire in soffitta anche altri provvedimenti voluti da Maroni quando sedeva al Viminale. Due in particolare: il permesso di soggiorno a punti, la cui entrata in vigore è prevista per marzo e sul quale il governo potrebbe decidere di intervenire. E, come detto, il Trattato di amicizia con la Libia. Per la fine del mese è previsto un viaggio di Monti a Tripoli proprio per ridiscutere l’accordo siglato da Berlusconi con Gheddafi ma non è detto che l’incontro con il primo ministro Abdel Rahim al-Kib fili liscio. I libici hanno già  detto di voler rivedere i contratti stipulati a suo tempo con l’Eni. Dichiarazioni quasi subito smentite, ma la questione ha messo in fibrillazione sia il governo che i vertici dell’Eni. Ed è in questo contesto che si parlerà  anche di immigrazione e della pratica dei respingimenti in mare anche se il tema di arginare gli arrivi dei barconi carichi di clandestini non è più di stretta attualità  come in passato.
Fatta eccezione per la Lega e per qualche esponente del Pdl come il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri, l’annuncio di Cancellieri e Riccardi ha riscosso consensi pressocché uninimi. «Svestito il completo da ministro, ecco Maroni indossare gli stivaloni da padano e minacciare il nuovo esecutivo che vuole cancellare la razzista e antieconomica tassa di soggiorno», ha detto per il Pd Rosa Calipari, che ha invitato l’esponente della Lega rassegnarsi: «Abbiamo cambiato ministro e politica sull’immigrazione». Favorevole all’abolizione della tassa anche l’Idv di Antonio Di Pietro e Fli, mentre Paolo Ferrero definisce la tassa «una vergogna: tutti sappiamo che sono proprio i lavoratori immigrati quelli che vivono nelle peggiori condizioni». Sì, infine, anche da Arci, Acli e Ubs. Abbiamo inaugurato il 2012 con questa copertina per denunciare l’orribile decreto Maroni-Tremonti. Ed è proprio l’ex ministro dell’interno che oggi dà  voce ai più bassi istinti razzisti dalla pagina di Facebook: «Io dico alla ministra Cancellieri di non azzardarsi a cancellarlo, sarebbe un atto di vera e propria discriminazione nei confronti dei cittadini padani e italiani»

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