Il silenzio del Pd

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C’è stata, scrive, una riunione del Pd durata dieci ore e si lamenta che sia stato ignorato dai giornali. Ma, mi viene da osservare, è stata trascurata anche dalla sinistra attuale e dallo stesso Pd. Condivido lo stesso Reichlin quando scrive che c’è stata finora una grande debolezza del Pd e aggiunge che è tempo di «mettere i piedi per terra», definire il nostro campo, «collocarsi al centro di questo scontro, che è anche di civiltà ». E ancora: «Il problema non è solo cosa fa il governo, ma cosa facciamo noi».
Appunto: cosa fa il Pd, che è un partito di vasto consenso e ha (o avrebbe) una buona eredità ? Oggi questo partito sostiene il governo Monti con una innaturale convergenza con il Pdl di Berlusconi. Condizione responsabile, data la crisi italiana e (penso) la volontà  di liberarsi di un Berlusconi sempre in agguato (Il Giornale di sua proprietà  sta lavorando alla prossima campagna elettorale del Cavaliere, attaccando quotidianamente il governo Monti). Invece il Pd tace e ha anche smesso di attaccare Berlusconi, che è sempre dietro l’uscio.
Ma quel che si chiede al Pd è di lavorare a costruire convergenze di sinistra e anche una serie di proposte e iniziative per uscire dalla crisi sociale, economica e culturale nella quale siamo, e attaccare a fondo, demolire la forza di Berlusconi e di un populismo in emersione.
Sono stato messo fuori dal Pci e non ho mai avuto voglia di aderire al Pds e al Pd (un nome che non contiene più alcun riferimento alla Sinistra), ma oggi questo Pd è la forza maggiore non dico della sinistra, ma almeno della democrazia. Quindi – d’accordo con Reichlin – questo Pd deve darsi una mossa. Sostenere, per il momento, il governo Monti deve portare al silenzio? Il vecchio Pci si è trovato anche insieme con la Dc, ma non per questo è stato zitto, o ha rinunziato a rendere espliciti i suoi obiettivi di fondo. Ha ragione Reichlin: il Pd dica qualcosa di sinistra. Aspettiamo.


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