Il rugby infangato dalla polvere bianca: spaccio di coca, 37 arresti a Piacenza

by Editore | 27 Gennaio 2012 8:46

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PIACENZA – Un fiume di cocaina dietro il volto pulito del rugby. La polvere bianca di “alto grado di qualità  e purezza” spacciata allo stadio, nelle feste post partita, perfino agli allenamenti. È un mercato impressionate quello scoperto dai carabinieri di Piacenza. Dopo due anni di indagini i militari hanno arrestato 37 persone, sequestrato oltre 10 kg di stupefacenti, effettuato 33 denunce e segnalato quasi 200 assuntori, i clienti del “flanker”. È così che gli amici chiamavano Filippo Nereo Maserati, giocatore 40enne del Rugby Piacenza. Nel rugby il flanker è un ruolo chiave: è il collettore fra giocatori veloci e quelli pesanti. E anche fuori dal campo, per gli inquirenti, “Pippo braccio” era il trait d’union fra gli albanesi che fornivano la droga tagliata nel parmense e i clienti di Piacenza, Parma, Varese, Pavia, Lodi e Milano.

Sfruttando il suo doppio ruolo di atleta e buttafuori il “terza linea” era riuscito a creare un crocevia di denaro da diverse migliaia di euro.

Ad affiancarlo c’era la fidanzata Mariachiara Borella, anche lei arrestata: 25 anni,è vice campionessa europea nel body builder over 52 kg. Dietro i muscoli, i due avevano escogitato un sistema sicuro in cui la droga veniva nascosta nei cantieri edili in attesa di essere smerciata. La campionessa si dedicava ai clienti della palestra dove insegnava a Gossolengo, il compagno agli appassionati di pallaovale e alla “movida”. Insieme ai colleghi rugbisti di Parma e Piacenza – molti individuati come assuntori – Maserati aveva costruito una rete di security per locali. Cessioni di cocaina sono state documentate dai carabinieri durante gli allenamenti, negli spogliatoi o sugli spalti come nel derby fra Piacenza e Lyons. Con quel tesserino di rugbisti – sport nobile e leale – erano sicuri che «i mastini non ci avrebbero beccato», riportano le intercettazioni.

Per questo, passando dall’ovale agli ovuli, si erano spinti oltre con la droga venduta anche durante le partite della nazionale italiana, al Sei Nazioni, a Italia-Australia a Firenze e perfino per la Coppa del Mondo. Episodi dai quali la Federazione italiana rugby prende subito le distanze.

Ma lo «stile di vita legato alla cocaina», scrivono i militari, era diventato ormai troppo intenso, tanto da spingere i pusher a sfruttare altri grandi eventi come l’Heineken Jamming Festival a Mestre dove il gruppo doveva fare da security e invece occultava polvere bianca. Coca nascosta perfino – all’insaputa degli artisti – nei camper con i cui le star si spostavano. Diverse prove sono state raccolte nei giorni in cui si esibivano cantanti come i Coldplay, Muse o Zucchero, ma anche al concerto di Vasco a San Siro o a quello dei Take That. Poi, dismessi i panni della «sicurezza», si ritrovavano tutti in un locale di Fiorenzuola d’Arda, i cui gestori sono stati arrestati. Da lì sono nate le indicazioni per rifornire i motoraduni o della tifoseria del Piacenza calcio.

I clienti del pallone rotondo erano affidati ad un’altra donna, la barista 40enne Patrizia Alberici, spacciatrice della Curva Nord. Piazzava la coca durante le trasferte – come per la sfida esterna Atalanta-Piacenza – seduta in pullman.

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