Il pressing del premier sulla Merkel “Se l’euro fallisce danni per tutti”

by Editore | 18 Gennaio 2012 8:27

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ROMA – L’Italia è pronta a fare da sola la sua parte, lo sta già  facendo, come suggerisce la Cancelleria tedesca. «Ma anche la Merkel dovrà  capire che ad essere sotto attacco non sono l’Italia o la Spagna, ma è l’euro», ragiona il presidente Monti che incassa con il consueto aplomb anche la stoccata di Berlino in risposta alla sua intervista al Financial Times. La Germania è chiamata a fare di più, lo ha detto alle colonne di quel giornale e continua ad esserne convinto, il Professore. Non si tratterà  di venire incontro a questo o quel Paese, ma di «salvare e rilanciare un progetto comune». 
Un mantra che Mario Monti ribadirà  oggi a Londra. Nel faccia a faccia che avrà  con il premier David Cameron, ma anche qualche ora dopo nel corso della conferenza che terrà  davanti a una gremita sala conferenze della London School of Economics. I ticket di ingresso omaggio sono andati a ruba in un paio d’ore tra studenti e ricercatori, incuriositi dalla ricetta del Professore Salva-Italia. Molto semplice nella sua filosofia: «Se fallirà  l’euro, tutti i Paesi pagheranno le conseguenze», Germania compresa. Dunque, non solo l’Europa che milita in serie B, quella fresca di downgrading, ma anche i primi della classe. Anche per questo Monti cercherà  di recuperare il premier Cameron dopo lo strappo del 9 e 10 gennaio. Il Regno Unito potrà  essere un valido alleato nella trama che il presidente italiano sta cercando di tessere in Europa. Quanto accaduto tuttavia nelle ultime 48 ore, il botta e risposta sulla stampa e la stessa cancellazione del trilaterale di Roma con Merkel e Sarkozy, denota un innalzamento della tensione sullo scacchiere continentale. E una certa insofferenza tedesca per il consolidamento dell’asse franco-italiano sulle misure di salvataggio. Monti tuttavia non punta affatto a un braccio di ferro, né a una frattura. Sarebbe controproducente: «Nessun problema con Angela Merkel», ha ripetuto anche ieri a ministri e stretti collaboratori, dopo la battuta gelida del capo dei consiglieri economici della Cancelleria, Wolfgang Franz. Ammette solo l’esistenza di un dibattito aperto sulle soluzioni da adottare, la Germania e la sua Cancelleria restano partner forti e necessari dell’Italia. Del resto, il trilaterale in programma per venerdì 20 a Roma non è stato annullato, ma solo rinviato e non per iniziativa della Merkel, ma della presidenza Sarkozy per diverse esigenze interne, fanno notare da Palazzo Chigi. 
Sono tutte considerazioni che il presidente del Consiglio ha ripreso anche nell’intervista rilasciata all’Osservatore Romano in edicola oggi. Ulteriore conferma – semmai ve ne fosse bisogno, dopo la visita della settimana scorso in Santa Sede – dell’apertura di credito che i Palazzi Apostolici concedono nei confronti di questo governo. Sostegno di un certo peso, ma certo non sufficiente a mettere al riparo l’Esecutivo da altre tempeste interne ed esterne in arrivo. Come un ulteriore declassamento da parte stavolta di Fitch, come vuole il tam tam dei mercati in queste ore. Il premier Monti, come è avvenuto la settimana scorsa per S&P, non teme più di tanto l’altra doccia fredda per il rating italiano. Per lui conta l’andamento dei mercati e dei tassi che, nonostante l’ondata speculativa contro l’euro, ieri ha continuato a sorridere a Piazza Affari. Sono i piccoli segnali dei quali il Professore si fa forte per proseguire sulla sua strada. Fuori e dentro i confini. Sotto i balconi di Palazzo Chigi la protesta dei tassisti ha rischiato di degenerare ancora una volta nel pomeriggio. La Presidenza non ha alcuna intenzione di aprire con loro, come con le altre categorie, alcuna trattativa, in vista dell’imminente pacchetto di liberalizzazioni. Non a caso, ad accogliere una rappresentanza delle auto bianche è stata la Segreteria generale, nemmeno un sottosegretario o un ministro.

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