Il ministro denuncia «Così le carceri sono solo luogo di tortura»

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ROMA — Il ministro della Giustizia Paola Severino ieri è tornata in carcere. Un’altra prigione dove c’è stato un suicidio, il 7 gennaio scorso, a Sollicciano, Firenze. Un’altra visita dolorosa. «Il carcere è sì un luogo di espiazione, ma che non deve perdere i diritti dell’uomo. L’uomo in prigione è un uomo sofferente che deve essere rispettato. Oggi invece il carcere è una tortura più di quanto non sia la detenzione». Il ministro Severino si era commossa, uscendo. Aveva visto anche i bambini in cella con le loro madri. 

«Un bambino non si può svegliare al mattino e vedere davanti a sé le sbarre di una cella», ha detto il ministro Severino spiegando che pensando alle case famiglia sta cercando una soluzione anche a questo problema dei bambini e delle mamme. Per l’altro problema, il sovraffollamento dei penitenziari italiani, ha già  redatto un provvedimento di legge in discussione al Senato. 
Siamo arrivati a un record di detenuti nelle prigioni italiane inimmaginabile fino a pochi anni fa. Ci sono oltre 68 mila persone rinchiuse oggi nelle prigioni nostrane, a fronte di 45.654 posti disponibili. Quasi uno su due (il 42%) è in attesa di giudizio. Le donne sono soltanto 2 mila e 600 (il 4% del totale), ma dietro le sbarre ci sono anche 70 bambini. 
In alcune carceri il sovraffollamento tocca picchi che non hanno nulla a che fare con un Paese civile. Quelle pugliesi, fra queste. A Lecce, ad esempio, ci sono 1.441 detenuti per 680 posti letto. Ma nella terza sezione del carcere di Bari c’è una situazione che è difficile da credere. L’ha denunciata Maria Giuseppina d’Addetta, presidente del Tribunale di sorveglianza: 44 detenuti stipati in solo due celle. 
Anche a Bolzano le carceri scoppiano. E ieri per questo un gruppo di detenuti ha messo in atto una rivolta: sei celle della seconda sezione sono state completamente distrutte dalla rabbia dei carcerati e dalle fiamme. I detenuti hanno poi spaccato finestre e distrutto i bagni, bloccando anche alcuni medici, poi rilasciati. Per sedare la rivolta sono intervenuti polizia, carabinieri, guardia di finanza, polizia penitenziaria. 
Pur di risolvere il problema dell’affollamento ieri il ministro Severino non ha esitato a parlare anche di amnistia, anche se ha precisato: «Per poter far questo occorre l’accordo di tutti i partiti». Anche per il cosidetto provvedimento «svuota carceri» i partiti stanno cercando un accordo. È in Senato il provvedimento. La commissione Giustizia tornerà  a occuparsene oggi nel pomeriggio, dopo uno stop della scorsa settimana per l’intervento polemico in Aula di Francesco Nitto Palma, senatore pdl ed ex Guardasigilli. Contestava l’eccessivo ricorso alla custodia a domicilio per gli arrestati in flagranza in attesa di convalida o di processo per direttissima. Adesso in Senato si sta cercando un compromesso che potrebbe essere rappresentato da una lista di reati esclusi dal benificio dei domiciliari. 
Alessandra Arachi


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