Il mercato scommette sui nuovi soci Premafin

by Editore | 3 Gennaio 2012 7:27

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MILANO – Primo giorno dell’anno a tutto gas per i titoli del gruppo Ligresti: Fonsai ha guadagnato il 6,29% e Premafin, rimasta a lungo in asta di volatilità , ha chiuso con un rialzo del 42% a 0,2 euro. Comunque la compagnia assicurativa capitalizza meno di 300 milioni e la holding 82, a fronte di un aumento di capitale da massimo 750 milioni già  approvato dal consiglio della società  operativa.
Tanta effervescenza in Borsa ha una spiegazione molto razionale: le scommesse del mercato sul piano di salvataggio del gruppo, con la famiglia Ligresti a questo punto fuori gioco ma non indifferente alla risistemazione definitiva. Le ipotesi sono varie, forse alternative tra loro ma non necessariamente: l’ingresso di uno o più attori finanziari al livello di Premafin e la discesa in campo di un socio industriale, che invece potrebbe essere Unipol (che non ha voluto commentare le diffuse indiscrezioni di questi giorni) anche attraverso una fusione con Fonsai.
Il tempo stringe e a quanto si apprende già  domani, il 4 gennaio, dovrebbe esserci una riunione molto importante in Mediobanca, principale creditrice di Fonsai. Le holding a monte (Sinergia-Imco e Premafin) hanno complessivamente debiti per circa 650 milioni; il solo aumento di capitale di Fonsai, relativamente alla parte di competenza di Premafin, significa altri 260 milioni. Soldi che la famiglia non ha, anche se mantiene una sua voce in capitolo, potendo scegliere se non altro come e a chi cedere i diritti della Premafin sull’aumento Fonsai. Dunque, va trovato un accordo che vada bene ai creditori (Mediobanca e Unicredit in primis) e al socio ormai uscente, e che nello stesso tempo rafforzi il capitale della compagnia, il cui margine di solvibilità  è sceso intorno a quota 90. 
L’ipotesi di Unipol ha un valore forte dal punto di vista industriale ma non pochi ostacoli, da quello pratico. A partire il fatto che la compagnia di via Stalingrado ha un azionariato stabile (le cooperative) ma non particolarmente liquido; in altre parole, non potrebbe certo mettere mezzi freschi di rilievo in Fonsai (qualche problema potrebbe esserci anche sotto il profilo dell’Antitrust, anche se non tali da impedire l’operazione). Ma con Fonsai il gruppo bolognese ha almeno un punto in contatto: un prestito subordinato di natura ibrida per 400 milioni concesso da Mediobanca, che quindi si trova esposta su entrambi i fronti – Fondiaria e Unipol – con bond subordinati; nel caso di Unipol, con opzione di rimborso anticipato nel maggio 2018.
Si vedrà  quale sarà  l’orientamento di Ligresti medesimo. Che a questo può solo decidere come vendere cara la pelle, ma anche questo non è diritto da poco. Nei giorni scorsi si è riavvicinato a Mediobanca, sebbene la Leonardo & co. mantenga il doppio mandato di advisor su Premafin e su Sinergia, per ristrutturare il debito (è possibile invece che sia passata in secondo piano nella ricerca di un partner per il gruppo). Allo stesso modo, pare ci sia stato un ulteriore raffreddamento di rapporti tra l’avvocato Carlo D’Urso e la stessa famiglia, i cui interessi legali sarebbero invece curati dallo studio Lombardi Molinari.

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