Il leader di Casapoud, Iannone, esulta per la morte di Saviotti
«Trovo raccapriccianti le parole espresse sulla prematura scomparsa di Pietro Saviotti». Solo quando a sera arriva la condanna esplicita anche del ministro di Giustizia Paola Severino, dopo l’inchiesta aperta dalla procura di Roma, il leader di Casapound Gianluca Iannone che su Facebook aveva esultato per la morte improvvisa, mercoledì, del capo del pool anti-terrorismo, accenna a una mezza difesa. «Una battuta infelice scritta in uno spazio privato, non un’istigazione a delinquere», ribatte Iannone ai tanti che ormai chiedono di chiudere l’organizzazione di estrema destra.
«Il 2012 si apre con prospettive interessanti… Evviva». Ha scritto il leader di Casapound sul social network dall’account personale che porta il nikname “Gialuca da Tortuga” a commento della morte del procuratore aggiunto di Roma. Parole a cui fanno eco le frasi del vicepresidente dell’organizzazione Andrea Antonini che mette una toppa peggiore del buco: «Una esternazione che non è pubblica ma personale – dice – che non è comparsa sul sito di Casapound Italia. Detto questo, – aggiunge Antonini – è francamente ipocrita aspettarsi contrizione da parte nostra dato che questo pm ha avuto a che fare almeno due volte con noi, prima negli scontri studenteschi di Piazza Navona con 12 indagati a torto, come abbiamo sempre ribadito, e poi nel caso di Alberto Palladino, attualmente ai domiciliari in isolamento e prima per 28 giorni in carcere, accusato da Saviotti di lesioni aggravate nei confronti del capogruppo del Pd del IV Municipio Paolo Marchionne».
«Si tratta di farneticazioni indegne e criminali nei confronti delle quali occorre reagire con fermezza e rigore», è la richiesta del segretario dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Cascini. Mentre perfino il sindaco “amico” Gianni Alemanno e la presidente della Regione Renata Polverini prendono le distanze: «Parole vergognose, segno solo di inciviltà culturale», per l’ex sindacalista Ugl. «Una cosa scellerata», per Alemanno che viene attaccato invece dal consigliere capitolino Athos De Luca e dai senatori Ferrante e Della Seta: «È inammissibile – scrivono i tre esponenti del Pd -che a questi gruppi, alla ribalta sulla cronaca nera dei quotidiani, il sindaco, per una manciata di voti, conceda beni del comune e della collettività , come la Tenuta Redicicoli, ignorando sistematicamente le richieste di assegnazione provenienti da realtà associative ben più indiscutibilmente meritorie di quella in oggetto».
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