Il coraggio di saper scrivere la nostra storia

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È stato scritto così tanto sull’ultima guerra che sembrerebbe difficile per uno storico contemporaneo prendere ad argomento le ultime due Guerre Mondiali. Tuttavia questo è quello che Michael Burleigh ha cercato di fare nella serie di libri che ha scritto e che hanno come tema centrale quelle guerre del XX secolo. Non riesco a pensare ad alcun evento che abbia tanto esercitato gli storici. 
Si dovrebbe risalire al tempo dei Romani per trovare l’equivalente. Penso in particolar modo alle grandi guerre civili che hanno turbato la fase finale della Repubblica Romana. I Romani non si stancarono mai di leggere e scrivere di quelle guerre. L’argomento fu ripreso addirittura duecento anni dopo l’evento da storici lontani dal centro del mondo romano, da persone istruite in quella che oggi è la Turchia che cercavano un importante argomento metropolitano.
Siamo ancora vicini alle ultime Guerre Mondiali. Le reti televisive mandano in onda incessantemente le immagini degli eventi e presumibilmente continueranno a farlo finché la guerra rimarrà  grande nella nostra immaginazione. Michael Burleigh (di cui in Italia sono usciti, tra gli altri, Il Terzo Reich e Lo stato razziale, entrambi sono stati pubblicati da Rizzoli e che per altro ha lavorato anche per la tv studiando la differenza tra i media, n.d.r.) non ha cercato di competere con i cinegiornali di quella guerra o con qualsiasi altro storico. 
Ha fatto qualcosa di molto più difficile. Ha spinto la storia sempre più indietro, fino al periodo napoleonico, e l’ha fatto per cercare la verità . È la grande qualità  dei suoi libri. Al sapere ha aggiunto un grande dono narrativo, che ha reso trattabile l’argomento, e il piacere di leggere, se si può usare la parola piacere per una narrazione tanto drammatica. Sarebbe stato necessario molto coraggio per iniziare con un argomento già  trattato esaustivamente; ma Michael Burleigh ha avuto quel coraggio. 
(Questo è il discorso che il Nobel Naipaul terrà  sabato prossimo quando consegnerà  il Premio Nonino a Michael Burleigh) 
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