Identificati i quattro marines che sfregiavano i cadaveri degli afghani

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NEW YORK.Dopo lo scandalo suscitato e la condanna dello squallido video amatoriale in cui quattro marines Usa urinavano sui cadaveri di tre ribelli afghani, le autorità  degli Stati uniti non hanno potuto esimersi da identificare, in 48 ore, i responsabili del gesto. Giovedì il segretario alla difesa Leon Panetta, che aveva definito il video «deplorevole», e il segretario di stato Hillary Clinton, secondo cui si trattava di immagini «vergognose», avevano spinto per l’identificazione dei quattro soldati che sono stati presto rintracciati. Si tratterebbe di quattro cecchini del terzo battaglione, secondo reggimento dei marines, di stanza alla base di Camp Lejeune, in North Carolina. Identificarli è stato semplice: il battaglione è composto da circa 1.000 soldati, ma i cecchini sono non più di una trentina. I quattro, e con loro il cameraman, erano appena tornati da una missione nel sud dell’Afghanistan, nella provincia di Helmand, dove sette dei loro camerati erano morti. Una volta in North Carolina avevano cominciato a mostrare il video all’interno della base come fosse un trofeo di guerra. Le immagini sono però finite online, caricate con tanto di indicazione del battaglione su YouTube dall’utente SemperfiLonevoice, un chiaro riferimento al motto dei marines “Semper Fidelis”. Una volta riprese dal sito Tmz hanno poi suscitato reazioni sdegnate in tutto il mondo.
A portare all’identificazione dei responsabili è stato un fucile da cecchino che pendeva dalle spalle di uno loro. I nomi non sono ancora stati resi pubblici, ma due dei marines sono già  stati interrogati e ora rischiano di finire sotto inchiesta. Secondo Clinton, infatti, quello compiuto dal gruppo sarebbe un crimine di guerra. «Chiunque abbia partecipato o sapesse di questo video», aveva commentato giovedì, «sarà  ritenuto pienamente responsabile». I funzionari dell’esercito hanno confermato che si tratterebbe di un crimine di guerra: i soldati non avrebbero trattato i corpi dei talebani uccisi in modo onorevole, come prevede la Convenzione di Ginevra. Addirittura uno dei soldati si congeda augurando buona giornata al cadavere su cui aveva appena urinato.
Il video arriva oltretutto in un momento piuttosto instabile per i rapporti diplomatici Usa-Afghanistan. Il presidente afghano Hamid Karzai, «profondamente disturbato», ha criticato il comportamento delle truppe americane, definendolo «semplicemente inumano». Leon Panetta lo ha contattato al telefono per assicurare che le indagini verranno portate a termine nel più breve tempo possibile. Per le forze armate americane si tratta dell’ennesimo scandalo, che riporta alla mente le immagini scattate nel 2004 a Baghdad, all’interno della prigione di Abu Ghraib.
Nel frattempo arrivano cattive notizie per Bradley Manning, il soldato dell’esercito americano accusato di essere la talpa che avrebbe passato centinaia di migliaia di documenti riservati del governo americano al sito internet WikiLeaks. Il tenente colonnello Paul Almanza, giudice d’accusa nell’udienza probatoria, ha chiesto giovedì la corte marziale per Manning dopo aver ascoltato nell’ultimo mese numerosi testimoni. Il colonnello Almanza ha detto di ritenere che ci siano «basi ragionevoli» per credere che il soldato Manning abbia commesso i crimini di cui è accusato, fra cui spicca la «collusione col nemico» e la «diffusione di informazioni militari». La richiesta del colonnello Almanza sarà  ora valutata da alti funzionari militari, che potranno archiviare le accuse o procedere con un processo militare, che porterebbe Manning verso l’ergastolo.


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