Fronte del no all’orario libero tre governatori alla Consulta
Tre Regioni hanno già detto di no e molte ci stanno pensando. La liberalizzazione degli orari dei negozi varata dal governo Monti fa discutere le giunte di tutta Italia, sia per le pressioni che arrivano dai piccoli commerciati, sia perché l’intervento di Palazzo Chigi – che ha inserito la «deregulation» nel decreto Salva-Italia – è stata letta come una invasione di campo di un settore di competenza regionale. Piemonte, Toscana e Puglia hanno annunciato che impugneranno la norma davanti alla Corte Costituzionale, il Lazio ci sta pensando, il Veneto sembra ad un passo dal «sì», la Lombardia sta prendendo tempo «per trovare una soluzione graduale». Certo è che a poche ore dall’inizio dei saldi – un’occasione per rifarsi dalla stretta dei consumi di Natale – il mondo del commercio deve fare i conti con una norma che sconvolgerà l’organizzazione produttiva, ma permetterà anche di andare a coprire la domanda dove c’è. Pier Luigi Bersani, leader del Pd e precursore delle liberalizzazioni ammette che «ci vuole coraggio». «Il problema – ha detto – è che tutti devono essere disturbati in modo che tutti possano migliorare e ridare sollievo ai consumatori. Occorre rendersi disponibili al cambiamento, non bisogna avere troppa paura. Guai se ci fermiamo davanti alla sfida».
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