Fornero: Marchionne mi spieghi i piani Fiat
DETROIT – Elsa Fornero intende incontrare Sergio Marchionne «perché mi spieghi di persona quali sono le sue intenzioni. Da ministro sono interessata ai piani di investimento della Fiat, in particolare per quanto riguarda l’occupazione». Fornero parla all’Ansa e riceve immediatamente la risposta dell’amministratore delegato. Marchionne arriva in mattinata allo stand della Maserati dove la casa del tridente presenta il prototipo Kubang, il suv di lusso che verrà prodotto a Detroit. «Sono sempre disposto a incontrare il ministro – dice l’ad – ci siamo già visti a Pomigliano. Incontrerò Fornero quando vuole».
Prove di diplomazia che segnano comunque un cambio di passo rispetto al governo precedente quando, in nome della libertà dell’iniziativa privata, Maurizio Sacconi, predecessore di Fornero, tendeva a non chiedere conto al Lingotto delle sue mosse. Per la verità l’attuale ministro del lavoro ha sempre detto, fin dalla sua prima uscita pubblica, che la sua priorità «è il mantenimento dell’occupazione in Italia». Si spiega così la visita a Pomigliano, dove la Fiat apre il nuovo impianto della Panda e garantisce occupazione, si spiegano così le parole del ministro ieri, di fronte all’ipotesi che nel futuro la Fiat possa trasferire il quartier generale oltreoceano, sia pure «senza effetti sull’occupazione».
I problemi che ha di fronte Marchionne sono diversi. In Europa si tratta di affrontare la lunga traversata del 2012: «In Europa – dice – stiamo scherzando con il fuoco. Se non riconquisitamo la fiducia delle piazze finanziarie, il futuro è a rischio. Dobbiamo renderci conto che viviamo in un mondo interconnesso». Una delle conseguenze immediate della crisi europea è il fatto «che chiuderemo il 2012 in Italia intorno al milione e seicentomila auto vendute», un livello da anni Novanta. Per risalire la china evitando alla Fiat-Chrysler di venire trascinata in basso dalla crisi del vecchio continente, una delle strade è quella di una nuova alleanza. Marchionne smentisce la voce di un accordo con Peugeot: «Non è il momento di sciocche speculazioni». Ma conferma che in Europa «si spendono troppi soldi per fare tutti le stesse cose. Se tutti progettiamo piattaforme spendiamo un sacco di soldi. Con la Ford abbiamo risparmiato 500 milioni dividendo i costi per la piattaforma comune di 500 e Ka». Mentre appare problematica l’alleanza con i francesi, più probabile è il discorso con Suzuki. Non solo perché la casa giapponese ha rotto con Volkswagen per allearsi sui motori con il Lingotto. Ma anche perché con Suzuki la Fiat potrebbe aprirsi una nuova strada nel mercato asiatico. Dove le difficoltà continuano se proprio ieri Marchionne ha annunciato l’accordo con Tata per dividere le reti commerciali. L’ad di Torino non fornisce comunque indicazioni: «Sull’alleanza non chiudo le porte a nessuno. E’ possibile che arrivi anche prima della fusione tra Chrysler e Fiat». Cioè entro due anni.
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