by Editore | 26 Gennaio 2012 9:29
PALERMO – Il corteo è stato pacifico. E il sit-in davanti ai palazzi istituzionali di Palermo, la presidenza della Regione siciliana e la sede dell’assemblea regionale, partecipato e motivato. Il movimento dei Forconi in Sicilia mantiene alta la tensione e non sembra pronto a mollare la battaglia. A prescindere dal risultati che verranno dall’incontro tra il governatore siciliano, Raffaele Lombardo, e il premier Mario Monti.
Ieri mattina erano tutti schierati gli agricoltori, gli studenti, i pescatori, gli autotrasportatori ricomponendo anche delle frizioni nel movimento che avevano opposto nei giorni scorsi il leader di Forza d’urto, Mariano Ferro, e quello dell’Aias, Giuseppe Richichi. Ieri hanno sfilato uniti. Qualche momento di contestazione è arrivato solo nei confronti di alcuni personaggi riconducibili al gruppo di Forza Nuova mentre facevano volantinaggio. La segreteria regionale di Forza Nuova Sicilia però smentisce che i suoi militanti sarebbero stati allontanati dai Forconi. «Per tutta la durata del corteo – si legge in una nota – i militanti di Forza Nuova hanno attivamente partecipato, così come è avvenuto, del resto, fin dal primo giorno in cui è iniziata questa grande lotta di popolo. Forza Nuova rifiuta ogni tentativo di strumentalizzazione e ribadisce che in questo momento è di importanza primaria non corrompere l’unità di popolo che sta caratterizzando questa battaglia».
Una unità d’intenti che in tanti individuano anche nella presenza degli studenti siciliani, per lo più orientati a sinistra, che partecipano attivamente all’organizzazione delle manifestazioni. Ieri anche il coordinamento studentesco «Assalto al futuro» ha aderito al corteo «portando con sé gli studenti di alcune scuole vicini alla battaglia trasversale contro una classe politica incapace di dare risposte concrete e decisive contro la crisi economica». Così parla Vittorio Susinno, portavoce siciliano del movimento studentesco che ribadisce: «Siamo contro ogni tipo di strumentalizzazione della protesta e l’unico simbolo che abbiamo portato è stato quello che unisce tutti gli italiani. Il governo regionale e centrale hanno sin dall’inizio della mobilitazione sminuito e a volte oltraggiato le ragioni forti che hanno portato in piazza così tanta gente a sostenere i lavoratori in rivolta, ma adesso che la protesta ha raggiunto proporzioni gigantesche è diventato impossibile continuare ad ignorarla».
Dal vertice romano, comunque, i militanti del movimento dei Forconi non si attendono grandi risultati. Tanto che il leader, Mariano Ferro dichiara: «Non ci fermeremo. Abbiamo solo allentato i blocchi (in riferimento allo svolgimento dello sciopero in Sicilia, in queste ultime ore) perché non è una battaglia contro i siciliani ma per i siciliani. Se non verremo ascoltati troveremo altre forme di protesta ma ci faremo sicuramente sentire. Non c’è niente di pianificato perché aspettiamo delle risposte, vediamo cosa ci risponderanno». E ancora: «Quello che la classe politica non capisce o non vuole capire – ha aggiunto Ferro – è che le nostre aziende, le nostre famiglie, sono allo stremo. Sono già al default. Non siamo diversi da quelli del Nord, anche loro si sono messi in moto».
La sensazione è che il movimento dei Forconi farà ancora parlare di sé. «Siamo disposti a tutto – conclude Ferro – anche alla morte. Non ci fermano, la politica faccia la sua parte oppure vadano tutti a casa. Il popolo siciliano non consentirà più saccheggi».
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