Figli di stranieri, Cancellieri frena “No alla cittadinanza automatica”

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ROMA – Chi nasce in Italia è italiano? Sì, ma ad alcune condizioni. Il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, frena sullo ius soli puro, che «creerebbe le condizioni per far nascere da noi bambini da tutto il mondo». Via libera invece a uno ius soli temperato: «Se un bambino figlio di immigrati nasce in Italia, i genitori sono stabilmente nel Paese e ha percorso un ciclo di studi, credo che il diritto alla cittadinanza sia giusto».

Il ministro dell’Interno, parlando alla trasmissione “Che tempo che fa”, solleva dubbi sull’ipotesi di garantire automaticamente la cittadinanza ai figli degli immigrati, perché questa dovrebbe derivare non solo dalla nascita in Italia, ma «da un insieme di fattori». Quali? «Fondamentalmente – spiegano al Viminale – la stabilità  del nucleo familiare e un minimo di percorso scolastico. Insomma no alla cittadinanza a chi è in Italia solo di transito e fa nascere qui il proprio figlio». Fattori, questi, già  parzialmente previsti dalla legge di iniziativa popolare portata avanti dalla campagna “L’Italia sono anch’io”: nascita in Italia da un genitore residente da almeno un anno. 
Sul caso le forze politiche si dividono: di un «principio non più rinviabile» parla Ignazio Marino (Pd), che a Palazzo Madama ha depositato un disegno di legge sullo ius soli; Italo Bocchino (Fli) plaude invece all’ipotesi di «uno ius soli temperato»; tre parlamentari Pdl ribadiscono che di «ius soli non si parla». Intanto, in attesa di riforme future, oggi scatta la supertassa sui permessi di soggiorno: dagli 80 ai 200 euro in più per ogni documento da rinnovare.
Non è tutto. Il ministro Cancellieri, nel corso della trasmissione Rai, si è detta «favorevole all’abolizione del valore legale del titolo di studio, a due condizioni: chiedo una valutazione seria delle università  e pari opportunità  perché tutti abbiano accesso alle università  più prestigiose, per esempio con borse di studio». E ancora: sul problema delle carceri, il ministro considera «l’amnistia come un atto di clemenza legato a fatti particolari, se dev’essere uno svuotacarceri come cittadina mi ribello». Sulle proteste che stanno scuotendo l’Italia «non ci sono preoccupazioni rispetto a un’eversione terroristica», ma c’è il «timore che qualche cane sciolto possa inserirsi». Quanto ai No Tav, «nessuno ha criminalizzato il movimento ma non si possono consentire violenze di quel genere» e sul movimento dei Forconi «l’allarme di Ivan Lo Bello (il presidente di Confindustria Sicilia, ndr) è sicuramente fondato e sono in corso indagini della magistratura. In questi fenomeni possono verificarsi infiltrazioni mafiose». 
Un ultimo commenta sul fatto che la Digos abbia rimosso un tricolore, per motivi di ordine pubblico, durante l’ultima manifestazione della Lega a Milano: «Non so in che situazione abbia operato la Digos, ma sicuramente è meglio rischiare e difendere la bandiera con il proprio corpo».


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