Duemila famiglie e la rivolta dal blog «Agevolazioni? Non bastano»
Le carte sono dall’avvocato, la macchina dei ricorsi è partita, raccoglie la rabbia di quasi duemila famiglie iscritte al comitato spontaneo «No charge». Il portavoce è un manager di 40 anni, Luca Scalmana, appartamento al Ticinese e ufficio in Brianza, uomo pragmatico che tradisce, anzi, ammette, una certa insofferenza per la politica: «Il movimento cresce da solo, senza i partiti. Non stiamo né con il Pdl né con Lega. Siamo noi, e tanto basta». Il loro blog è soffocato dai contatti, quasi mille al giorno. La rivolta contro Area C è scoppiata in un’assemblea pubblica e ora fermenta su Internet: «I milanesi che risiedono all’esterno della cerchia possono scegliere se usare la macchina o meno. Se devono entrare in centro, beh, sono serviti dai mezzi pubblici: decidono liberamente se pagare il pedaggio o usare il metrò. Noi, no: siamo costretti a pagare la tassa. Ora: non vogliamo sconti, orari elastici, bonus più generosi. Vogliamo rientrare a casa nostra senza dover pagare il ticket o guardare l’orologio». Attenzione, però. I «no charge» sono in linea generale favorevoli alla congestion: «La lotta al traffico è sacrosanta. Non sulle nostre spalle, però. Questa non è la rivolta dei milanesi privilegiati. Il centro è fatto anche di case popolari, di anziani. Questa è la rivolta di gente esasperata, punto».
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