Due mesi per trovare e recuperare i bidoni

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Due mesi, secondo i tecnici della raffineria siciliana di Priolo da dove sono partiti i catalizzatori Co/Mo, prima che i fusti di materiale tossico diventino un enorme pericolo per l’ambiente marino. Insomma non c’è tempo da perdere. Anche perché quei bidoni non sono a tenuta stagna. Da questi particolari si capisce perché Enrico Rossi dedichi un incontro al caso. E parli in modo chiaro: «Ho parlato con il ministro Clini. Già  oggi si riunisce una commissione tecnica, ma noi chiediamo una commissione tecnico-politica. Il governo deve metterci la faccia: ha le competenze e le forze per intervenire. Senza voler fare allarmismo, bisogna agire subito e con tutti i mezzi necessari per tutelare ambiente e salute. Non vorremmo che rimpalli di responsabilità  o lentezze nel finanziamento bloccassero l’operazione». Un recupero che spetterebbe alla Grimaldi Lines, la società  armatrice dal cui cargo mercantile «Venezia» i bidoni sono caduti in mare. Ma dalla quale tarda ad arrivare un concreto piano di individuazione e recupero del materiale, finito su fondali sabbiosi a circa 500 metri di profondità . Nel cuore del Parco dell’Arcipelago Toscano, e nel mezzo del Santuario dei mammiferi marini Pelagos. 
Con il presidente toscano Rossi, all’incontro con i media ci sono anche il sindaco livornese Cosimi e gli assessori regionali Bramerini e Scaramuccia. Viene specificato che i fusti pesano 300 chili ciascuno e contengono materiali in forma di granulato, ustionante a contatto con l’aria e per questo pericoloso in caso di spiaggiamento. Ma ci sono anche rischi che le sostanze possano entrare nella catena alimentare, per questo saranno avviate analisi delle acque e del pescato.
Enrico Rossi insiste: «Il governo si faccia carico in prima persona del caso, che è complesso e delicato. Ho invitato il ministro Clini a venire in Toscana e seguire personalmente il recupero». Quanto alla Grimaldi, patti chiari amicizia lunga: «I responsabili li conosciamo, bisogna stargli con il fiato sul collo». Della vicenda si parla anche in Consiglio regionale, grazie all’interrogazione di Monica Sgherri della Fds-Verdi: «Positivi i monitoraggi continui sull’inquinamento del mare – osserva – ma manca ancora una data certa per il recupero. Inoltre è necessario un rafforzamento dei controlli: è inaccettabile che basti una giornata di mare cattivo perché possano finire in mare materiali così pericolosi».


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