Draghi: “Crisi molto più seria puntare su crescita e lavoro”

by Editore | 17 Gennaio 2012 8:17

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BERLINO – La situazione dell’eurozona è molto seria, molto pesante, ed è peggiorata negli ultimi mesi. Il severissimo monito, forse di una durezza senza precedenti da parte di un presidente della Banca centrale europea (Bce), è venuto ieri pomeriggio da Mario Draghi in persona. Non dobbiamo né possiamo chiudere gli occhi davanti a questa realtà , ha aggiunto. Inevitabilmente, ha spiegato, le manovre di risanamento dei conti pubblici avranno a breve effetti recessivi. E ha indirettamente criticato il declassamento di Italia, Francia, Austria e altre economie centrali da parte di Standard&Poor: dobbiamo abituarci a vivere non senza agenzie di rating, ma senza curarsi tanto di loro e limitando il loro potere, ha affermato. Contemporaneamente, proprio il rating del Fondo salva-Stati (Efsf) perdeva da parte della stessa S&P la sua classificazione a tre A e veniva degradato ad AA+, in conseguenza del downgrading francese.
Mario Draghi ha lanciato i suoi duri avvertimenti intervenendo davanti al Parlamento europeo. «Quando il mio predecessore, Jean-Claude Trichet, si era rivolto a voi in ottobre, aveva detto che la crisi aveva raggiunto dimensioni sistemiche. Ora la situazione è peggiorata, ed è molto seria ( “very grave”)». Infatti «negli ultimi mesi del 2011 la situazione d’incertezza dei debiti sovrani e le prospettive di crescita stagnante hanno portato a distorsioni gravi dell’economia reale». Draghi ha ricordato, come fatti positivi, le decisioni prese dai leader politici europei, in particolare sul “fiscal compact” (il patto fiscale per coordinamento e controllo reciproci dei bilanci) ricordando però che «devono essere tempestivamente e integralmente messe in atto», in particolare per il fondo salva-Stati e per il suo successore Esm. Un abbassamento del rating del Efsf, ha continuato Draghi sfidando di fatto Angela Merkel, rende necessari ulteriori contributi al suo finanziamento da parte dei Paesi che hanno conservato la tripla A. 
Senza la tripla A, il Efsf potrà  prestare di meno o a tassi più alti, a meno di non ricevere più mezzi. Proprio S&P si è riservata di restituire al Efsf il rating AAA se riceverà  più finanziamenti, cosa cui il governo tedesco si oppone nel modo più reciso. Draghi si è differenziato dalla linea dura di Berlino anche su un altro punto fondamentale: l’effetto recessivo a breve delle manovre di consolidamento è inevitabile, ha ribadito il presidente della Bce. Sebbene gli sforzi di risanamento vadano elogiati, in una situazione in cui i debiti sovrani con i loro interessi sono sovrastanti, «la crescita e l’occupazione stanno diventando sempre più gli obiettivi principali da perseguire, congiuntamente col consolidamento fiscale». Secondo Draghi crescita e consolidamento si integrano, non può esserci l’uno senza l’altra. Draghi ha infine chiesto di monitorare i finanziamenti in dollari, che ha definito fattore di rischio il quale può spingere il rischio di azzardo morale delle banche europee. E infine, ha invitato a ridimensionare il ruolo delle agenzie di rating, a considerare i loro giudizi uno strumento di misura tra tanti, ricordando che nel settore non c’è concorrenza e qualsiasi cosa si farà  per cambiare questa situazione sarà  benvenuta

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